Una black list con i nomi di tutte le personalità politiche e militari europee alle quali sarà possibile negare l’ingresso in Russia: è questa la risposta che dà la Russia alle sanzioni per la crisi ucraina. Sono esattamente 89 i nomi scritti sulla lista nera di Vladimir Putin, ma l’Europa non ci sta e si infiamma la polemica. I nomi sarebbero stati scritti in modo “totalmente arbitrario e ingiustificato”secondo Federica Mogherini, portavoce del Commissario agli Esteri europeo, e per il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz una “lista nera che include un ampio numero di importanti europarlamentari è inaccettabile” e “diminuisce ulteriormente la fiducia reciproca, danneggiando gli sforzi per un dialogo costruttivo per trovare una soluzione pacifica e duratura all’attuale crisi geopolitica in corso”.
La più irritata è probabilmente la Germania, con 7 dei suoi politici iscritti nella black list: il ministro degli esteri Frank-Walter Steinmeier ha commentato la vicenda dicendo “Non ritengo particolarmente intelligente emanare questi veti di ingresso” e ha continuato affermando che non li ritiene il mezzo adeguato per “disinnescare un conflitto pericoloso nel cuore dell’Europa”. La Merkel chiede trasparenza sui nomi delle persone messe all’indice, e viene seguita a ruota da Belgio, Svezia e Olanda, ugualmente sorpresi, indignati e decisi nella ferma contestazione di questa decisione del governo russo.
Schulz ha annunciato che lunedì incontrerà l’ambasciatore russo a Bruxelles e che “in caso di risposte insoddisfacenti” si riserverà “il diritto di prendere misure adeguate”. La diplomazia russa, però, ha già fatto sapere che Mosca non è obbligata a pubblicare la sua black list, né dalla legge russa né dagli impegni internazionali. L’ambasciatore russo presso la Ue, Vladimir Cizhov, ha inoltre sostenuto che “la pubblicazione di questa lista da parte nostra non porterebbe che ad una escalation delle tensioni nella crisi ucraina”.
Alcune delle persone bandite dalla Russia, però, si sono già dette “fiere di appartenere a un club onorato” – tra questi l’ex ministro degli Esteri ceco Karel Schwarenberg, il connazionale eurodeputato Jaromir Stetina e Anna Maria Corazza Bildt, anch’essa eurodeputato – e, per ora, anche la Polonia sembra non essersela presa quanto la Germania, sebbene i suoi iscritti alla black list siano addirittura 17.