Arriverà presto la nuova legge a cui il neo ministro della Pubblica Amministrazione tiene molto. La Dadone la presentò qualche tempo fa quando la maggioranza apparteneva ancora ai ministri Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Ora che si trova al governo, il nuovo ministro della PA ritiene che la legge presto concluderà il suo iter legis definitivamente e potrà così essere utilizzata da tutti i genitori italiani.
L’obiettivo del ministro è quello di affidare finalmente allo stivale italico una vera e propria legge sul doppio cognome della prole, come già accade in altre parti del mondo, per una legge ritenuta dai più giusta ed imparziale.
Il ministro, in una recente intervista rilasciata alla TV, rivela: “Stiamo parlando di una questione che ormai è in ballo da circa 40 anni, che richiama un sacrosanto principio di non discriminazione tra i genitori del nascituro, disparità stigmatizzata anche dalla Corte Costituzionale“.
I diversi tentativi di ottenere questa legge – che si sono succeduti negli anni – sono miseramente falliti e sono stati bruscamente interrotti. Infatti nella precedente legislazione se ne discusse e la legge passò così alla Camera dei Deputati ma non al Senato. Dopo la sentenza della Consulta e dopo la circolare del ministero dell’Interno, da circa due anni si può dare il doppio cognome alla prole.
Abbiamo tuttavia ancora bisogno di una legge vera e propria perché, per il momento, i genitori del bambino possono soltanto affiancare al cognome del padre quello della madre.
Il ministro della PA punta alla perfetta parità genitoriale, in modo tale che al figlio possa essere conferito non soltanto il cognome di ambedue i genitori, senza un ordine ben preciso, ma anche quello di uno solo dei due, magari favorendo solo quello materno, opzione che attualmente non è contemplata da nessuna legge italiana.
Nei paesi iberici, attualmente vige la legge del doppio cognome ed in Francia i genitori possono decidere se dare al bambino un cognome, del padre o della madre, o due cognomi. Nel Regno Unito i genitori possono dare al loro figlio il loro cognome o un altro qualsiasi.