Misure anticovid: nuovo Dpcm e proposte di modifica delle regioni

Il nuovo Dpcm, in uscita oggi e in vigore da domani, mira a tutelare la salute evitando che il virus continui a propagarsi. Non tutti i punti in programma sono condivisi dalle Regioni

Misure anticovid: nuovo Dpcm e proposte di modifica delle regioni

Sono previste misure di sicurezza più rigide nel prossimo Dpcm, anche se, in parte, contestate dalle regioni. Il premier Giuseppe Conte, con i capi delegazione e il ministro Francesco Boccia stanno decidendo di tenere la linea dura.  

La bozza del Dpcm in definizione suggerisce che a partire da domani, 26 ottobre, fino al 24 novembre 2020, tutte le attività dei servizi di ristorazione potranno tenere l’esercizio aperto solo nei giorni feriali dalle 5.00 alle 18.00. Dopo le 18 sarà consentita soltanto la ristorazione con consegna a domicilio sempre garantendo il rispetto delle norme anticovid, mentre i ristoranti probabilmente potranno aprire a pranzo, la domenica. Fino alle 24,00 sarà consentita la ristorazione con asporto, ma con il divieto di consumazione sul luogo di acquisto o nelle vicinanze.

Le regioni chiedono: “ristoranti chiusi alle ore 23 con il solo servizio al tavolo; per i bar prevedere la chiusura alle ore 20” si legge in ilgiornale.it, a parte “gli esercizi che possono garantire il servizio al tavolo“. Si chiede inoltre di prevedere la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana, ad eccezione degli esercizi alimentari e delle farmacie

Resteranno aperti tutti i servizi educativi per i più piccoli e l’attività didattica ed educativa del primo ciclo di istruzione – dalla materna alle medie – si svolgerà in presenza. Su tutto il territorio nazionale, nelle scuole superiori, si adotterà la didattica a distanza per il 75% delle lezioni e il restante 25% sarà tenuto in presenza.

Le regioni chiedono che la didattica per le scuole secondarie superiori e per le università si svolga esclusivamente a distanza.

La bozza del nuovo Dpcm in definizione segnala che i teatri, i cinema, nelle sale o all’aperto, dovranno restare chiusi, così pure le sale giochi, le palestre e le piscine. Ovunque si possa creare una situazione di assembramento, strade e piazze nei centri urbani, potrà “essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21.00“. 

Le regioni chiedono che gli impianti sciistici possano restare aperti e di rivalutare la chiusura dei teatri, cinema, palestre e piscine. Il governo sta lavorando, il Dpcm non è ancora definitivo, qualche ritocco potrebbe ancora avvenire.

Continua a leggere su Fidelity News