La Camera ha respinto la mozione di sfiducia presentata dal M5S nei confronti del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. 154 i voti a favore della mozione contro i 405 contrari, mentre tre deputati si sono astenuti.
Il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri si è difesa in Aula dopo l’illustrazione della mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata da M5S.
“Da parte mia – afferma il ministro – nessun inconsueto zelo né una anomala tempestività, ma una ordinaria attività di prevenzione come dimostra la scansione temporale degli avvenimenti. Respingo con assoluta fermezza il sospetto” dell’esistenza di una “giustizia di classe”, che distingue fra “ricchi e poveri”. “Sono stata ferita nel mio onore – conclude il ministro Cancellieri – I miei doveri di ministro e la mia coscienza non mi avrebbero consentito di comportarmi” nel caso di Giulia Ligresti “diversamente da come mi sono comportata” in tanti altri casi di cui è arrivata segnalazione. Infine un grazie a Letta per il sostegno e l’appello: “Confido che il Parlamento mi voglia confermare la fiducia”.
E fiducia è stata. A dare l’ok alla mozione di sfiducia sono stati, oltre al M5S, anche Sel, Fratelli d’Italia e la Lega, mentre, Pd, Forza Italia, Nuovo centrodestra e Psi, l’hanno bocciata.
È passata dunque la linea del premier Letta, che, dopo i pareri contrari di Renzi e Civati, aveva ribadito che “la sfiducia al ministro sarebbe una sfiducia al governo”, chiedendo ai suoi parlamentari di dimostrare responsabilità perché “l’unità del Pd è l’unico punto di tenuta del sistema politico italiano” e perché la richiesta di sfiducia è “un’aggressione politica”.
Il segretario del Pd Guglielmo Epifani ha confermato la fiducia al ministro esortandola però ad andare avanti “non con le parole ma con i fatti, in modo che ci sia un impegno a rimuovere” le critiche che hanno portato una parte dell’opinione pubblica a poter pensare “che ci si sia comportati così perché da una parte c’era una famiglia di potenti”.
In Aula è poi andata in scena la protesta del Movimento 5 Stelle. Durante l’intervento di Giulia Sarti, in cui la parlamentare M5S ha attaccato la Guardasigilli, i telefoni dei deputati sono squillati tutti insieme. Una chiara allusione alle telefonate del ministro Cancellieri ai Ligresti.