Migranti, Matteo Salvini smaschera l’ipocrisia di Caritas e cooperative rosse

Dopo la riduzione dei costi per accogliere profughi, molte cooperative hanno disertato i bandi di gara. Stessa cosa ha fatto la Caritas che, dalla bocca di monsignor Pizziolo, ha dichiarato di non volersi sostituire allo Stato

Migranti, Matteo Salvini smaschera l’ipocrisia di Caritas e cooperative rosse

La decisione del governo italiano di tagliare i fondi per l’accoglienza ha avuto un impatto dirompente su società e cooperative che facevano dell’immigrazione il loro business. Molte di esse, infatti, hanno deciso di non partecipare più ai bandi per ospitare i profughi che arrivano in Italia, a causa della riduzione delle spese statali che da 35 euro sono scese a 20 euro per ciascun migrante.

Le prime a disertare i bandi sono state le cooperative che, nel mese scorso, hanno lasciato vuote parecchie gare d’appalto. Il motivo? La sforbiciata ai costi per l’accoglienza, voluta da Salvini per contrastare il business dell’immigrazione, ha reso meno appetibile la prospettiva di ospitare gli immigrati in strutture gestite da enti e privati, molte delle quali prive dei necessari requisiti per operare in tale settore.

Tra gli enti che hanno fatto marcia indietro, c’è anche la Caritas, che ha deciso di chiamarsi fuori per la stessa ragione: il taglio dei costi impedisce all’istituto diocesano di provvedere ai bisogni dei profughi.

La Chiesa, stando alle parole di monsignor Corrado Pizziolo, non ha alcuna intenzione di sostituirsi allo Stato, né tantomeno ha intenzione di farsi carico dei flussi migratori a spese proprie.

Le ragioni della scelta della Caritas, come anche delle cooperative rosse, sono sintetizzate dalle parole dello stesso Pizziolo che ha dichiarato: “Alcune Caritas non si sentono più di partecipare ai bandi, non solo per il taglio dei finanziamenti ma anche perché non vogliono avallare scelte che non condividono”.

Le Prefetture, intanto, continuano a prorogare i bandi, ma la sensazione è che i casi di cooperative che snobberanno le gare saranno destinati ad aumentare. Dando così ragione a Salvini che, fin dal suo insediamento come ministro dell’Interno, aveva accusato cooperative e diocesi di interessarsi ai profughi solo per ragioni economiche. E il passo indietro fatto da molte di esse sembrano dargli ragione.

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