“Meno secessione e più immigrati”: così Salvini ha trasformato la Lega

Lo studioso dei fenomeni del Carroccio e professore di Tecniche di ricerca sociale e Sociologia dei fenomeni politici presso l'Università Bicocca di Milano Roberto Biorcio spiega, in un'intervista rilasciata a Ilfattoquotidiano.it, come Salvini sia riuscito a trasformare la "vecchia Lega" e quali sono le conseguenze di questa "rivoluzione"

“Meno secessione e più immigrati”: così Salvini ha trasformato la Lega

Non c’è dubbio: con l’entrata in scena di Matteo Salvini la Lega è rinata a nuova vita conquistando terreni fino ad ora inesplorati, come confermano i risultati ottenuti alle ultime Regionali e il successo di Pontida 2015. Cambiando pelle, la Lega è riuscita ad ottenere consensi (e voti) da parte di una fetta consistente dell’elettorato italiano, stravolgendo senza paura alcuni dei punti cardine della “vecchia Lega” in uno scontro interno al partito che non è solo generazionale, ma anche politico.

Roberto Biorcio, studioso dei fenomeni del Carroccio e professore di Tecniche di ricerca sociale e Sociologia dei fenomeni politici presso l’Università Bicocca di Milano, ha rilasciato un’intervista a Ilfattoquotidiano.it nella quale spiega le ragioni e i sentimenti di questa “nuova Lega” guidata da Matteo Salvini. Nella sua intervista al sociologo, Ilfattoquotidiano.it cerca innanzitutto di capire se Salvini possa essere ancora “etichettato leghista”: “Matteo Salvini ha profondamente trasformato la Lega Nord anche se ha cercato di conservarne, nei limiti del possibile, non solo la continuità formale ma anche il patrimonio politico-culturale. Ha però rilanciato il partito con due cambiamenti molto rilevanti”, ha risposto il professor Biorcio.

I due cambiamenti effettuati da Salvini sono l’assunzione del Front National di Marine Le Pen come riferimento e “la forte valorizzazione della propria presenza personale nelle trasmissioni televisive, che supera, secondo alcuni osservatori, anche quella dello stesso presidente del Consiglio. Una riproposizione accentuata del “telepopulismo” inventato da Berlusconi per rapportarsi personalmente e direttamente al popolo. Una strategia che Salvini utilizza soprattutto per rilanciare la paura dell’immigrato, assumendo sempre più una prospettiva nazionale e antieuropea“.

Biorcio continua poi dicendo che “Formalmente il nuovo statuto del partito approvato nel 2014 non si discosta molto dai precedenti, riproponendo nel nome e nel simbolo l’obiettivo dell’indipendenza della Padania. Ma non è un caso che la formazione gemella della Lega, presentata nelle regioni meridionali, è stata costruita secondo una logica completamente diversa dal passato: non si fa alcun riferimento alle aree territoriali coinvolte, ma solo alla figura leader, nel nome e nel simbolo: “Noi con Salvini”. Un riferimento coerente con la tendenziale personalizzazione del partito e che valorizza la strategia adottata dal nuovo leader”.

“La Lega attuale” – spiega il sociologo – “è sempre meno secessionista e antiromana e ha sostituito il populismo regionalista degli anni Novanta con un forma di populismo nazionalista che valorizza esplicitamente “l’Europa della Patrie”. Non è facile trovare elementi di chiara differenziazione tra le posizioni dei gruppi dell’estrema destra italiana e quelle leghiste. Sono di fatto abbandonati o lasciati in secondo piano la secessione, il federalismo e le polemiche antimeridionali“, cosa che già di per sé porta ad un naturale allargamento dell’area territoriale su cui il partito può esercitare la sua influenza.

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