Meloni chiama i parlamentari "ragazzi": proteste alla Camera

Durante un discorso alla Camera dei Deputati sulla politica estera e l'Ucraina, la premier Giorgia Meloni ha scatenato polemiche utilizzando il termine informale "ragazzi" per riferirsi ai membri delle opposizioni, suscitando proteste.

Meloni chiama i parlamentari "ragazzi": proteste alla Camera

Oggi la Camera dei Deputati è stata teatro di una scena insolita durante il discorso della premier Giorgia Meloni sulla politica estera e l’Ucraina in vista del prossimo consiglio europeo. Mentre richiamava le opposizioni in aula, la Meloni ha utilizzato il termine informale “ragazzi” anziché il più formale “onorevoli“, scatenando proteste e lamentele dai banchi del centrosinistra.

Non posso chiamarvi ‘ragazzi’? Vabbè, giovani onorevoli. Nemmeno questo? È evidente che non vi sono particolarmente simpatica...“, ha replicato la premier in un tentativo di correggere l’errore. Tuttavia, le proteste non si sono placate e hanno addirittura aumentato di tono. La Meloni ha tentato di stemperare la situazione con un tono scherzoso: “Noi romani ogni tanto lo diciamo ‘ragazzi’… Vi chiedo scusa comunque“. Tuttavia, le sue parole non hanno attenuato le tensioni, anzi, hanno alimentato ulteriori critiche.

Ma i romani ‘sono meglio di questo’? Vabbè, mi scuso anche con i romani“, ha aggiunto la premier, visibilmente spazientita e incredula per la reazione delle opposizioni. Alla fine, Meloni si è rivolta nuovamente ai colleghi di governo con un “ragà“, sottolineando la sua frustrazione di fronte alle critiche.

La gaffe linguistica della premier ha scatenato un acceso dibattito sulla forma e il linguaggio utilizzato in parlamento, con alcune opposizioni che hanno interpretato il gesto come una mancanza di rispetto e altri che l’hanno invece considerato un semplice lapsus linguistico. Mentre alcuni esponenti politici hanno difeso la Meloni, sottolineando la sua spontaneità e autenticità, altri hanno criticato il suo atteggiamento informale in un contesto istituzionale così solenne.

La questione rimane aperta e continuerà a suscitare dibattito nei prossimi giorni, mentre la politica italiana si prepara ad affrontare le sfide e le tensioni internazionali legate alla situazione in Ucraina.

Questo episodio sottolinea la tensione tra l’esigenza di autenticità e spontaneità da parte dei politici e la necessità di preservare la formalità e il rispetto istituzionale, dimostrando che anche le piccole scelte linguistiche possono avere un impatto significativo sul clima politico.

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