Presenti al Viminale all’incontro programmato per firmare il Codice di condotta per le Ong, che sono impegnate nelle operazioni di salvataggio dei migranti in mare, c’erano “Save the Children” e “Moas”, che hanno firmato, mentre “Medici senza frontiere” e “Jugend” non hanno firmato: assenti tutti gli altri. Il direttore generale di Msf, Gabriele Eminente, ha spiegato: “in nessun Paese in cui lavoriamo accettiamo la presenza di armi, ad esempio nei nostri ospedali“.
Il punto più controverso dell’accordo riguarda l’accoglienza a bordo della polizia giudiziaria, insieme a quello di evitare il trasbordo di migranti su navi diverse da quelle designate. A questo proposito, insieme ad altre modifiche, venerdì scorso, i tecnici del Viminale avevano preparato la versione definitiva del Codice inserendo, nel contestato trasbordo su navi diverse, la frase: “eccetto in caso di richiesta del competente Centro di coordinamento per il soccorso marittimo e sotto il suo coordinamento, basato anche sull’informazione fornita dal capitano della nave“.
Per quanto riguarda a polizia a bordo, la frase è stata riformulata con la sottolineatura che ciò avverrà “possibilmente e per il periodo strettamente necessario“. Respinta la richiesta che gli uomini in divisa, a bordo, siano disarmati. Tutte le modifiche, a “Medici senza frontiere”, non sono bastate, mentre Valerio Neri, direttore generale di “Save the children” si è espresso così: “Gran parte delle cose che prevede noi già le facciamo“.
Marco Minniti, ministro dell’Interno, al di là del consenso o meno, è intenzionato a far entrare in vigore il Codice da subito per la sicurezza del Paese: i non firmatari dovranno accettarne le conseguenze, in particolare quelle che “potranno determinarsi a partire dalla sicurezza delle imbarcazioni stesse. In una condizione diversa, saranno invece parte integrante le ONG che hanno sottoscritto il Codice”.
Il Ministro ha poi ricordato che “più del 40% dei migranti salvati arrivano in Italia su navi delle Ong“. Nell’obiettivo: la Guardia costiera libica, insieme agli addetti della missione navale italiana presto varati, intervenendo nelle acque territoriali, riporteranno i migranti sulle coste del Paese nordafricano.
Negli altri 11 punti, leggiamo norme sui rapporti con le autorità competenti, su come comportarsi in caso di persone decedute a bordo, sul recupero dei “barconi”, dopo aver messo in salvo le persone, ma anche la dichiarazione delle fonti di finanziamento.