Matteo Salvini contro l’obbligo vaccinale: "Mio figlio si è vaccinato per non pagarsi i tamponi"

Intervistato durante un suo evento a Formello, vicino Roma, Matteo Salvini ha voluto parlare della possibilità dell'obbligo vaccinale nel nostro paese.

Matteo Salvini contro l’obbligo vaccinale: "Mio figlio si è vaccinato per non pagarsi i tamponi"

Con l’ultima conferenza stampa di Mario Draghi, insieme a Roberto Speranza, si è aperto nuovamente alla possibilità di avere l’obbligo vaccinale nelle prossime settimane. Al momento il ministro della salute ne parla solamente come una situazione teorica, ma alcuni movimenti politici stanno già dicendo la loro su questa possibilità.

A oggi il Partito Democratico di Valentina Cuppi sembra essere l’unico partito a essere convinto sull’obbligo vaccinale, mentre il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo è nella parte degli indecisi. Tra i contrari invece troviamo Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni ove rivela che è totalmente ingiusto che il Governo vuole usare il Green Pass per inserire l’obbligo vaccinale.

Le parole di Matteo Salvini sull’obbligo vaccinale

Nella lista dei “no” è presente anche Matteo Salvini, come dichiarato anche dalla stessa Giorgia Meloni, ove la leader di Forza Italia afferma di essere felice che anche gli esponenti della maggioranza non siano molto d’accordo con alcune scelte prese da Mario Draghi in questi mesi.

In merito a questo argomento ci è ritornato Salvini, durante un suo recente evento a Formello, vicino Roma, ove esprime nuovamente il suo pensiero dietro all’obbligo dei vaccini contro il Covid-19: “La Lega è, era e sempre rimarrà per la volontà vaccinale, siamo contro ogni tipo di obbligo. Ho finito uno zoom con 7 governatori della Lega con cui abbiamo condiviso, sostanzialmente c’è l’accordo comune su posizioni sull’autunno che ci aspetta e cioè autonomia, tasse, trasporto pubblico, riapertura scuole e anche sui vaccini. Quindi qui non c’è tifoseria no vax”.

Come ricordato dal leghista a oggi l’obbligo vaccinale è presente solamente in tre nazioni, cioè Tagikistan, Turkmenistan e Indonesia, e nonostante rispetti molto le loro nazioni, afferma che questi non sono i migliori modelli da cui prendere esempio.

Infine ha voluto raccontare un aneddoto sul figlio: “In questi minuti sta andando a vaccinarsi a Milano non perché convinto, ma perché la settimana prossima ha gli allenamenti di calcio e dovrebbe fare tre tamponi a settimana per un costo di 30 euro a tampone. Io non voglio un’Italia per ricchi e una per poveri, dove i primi possono scegliere. Se lo Stato mi impone una cosa, deve darmi gli elementi per andare avanti”.

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