Gravare ancora di più sulle spalle già pesanti dei cittadini italiani sembra essere l’obbiettivo principale di politici e dirigenti.
L’ultima scoperta dei politici è, infatti, quella di farsi pagare la pensione dallo stato. Ne sanno qualcosa l’ex ministro Josefa Idem e suo marito ed il neo-premier Matteo Renzi.
Al centro della polemica i contributi previdenziali dei politici che, con uno stratagemma, finiscono per essere pagati dalle casse del comune e quindi dagli italiani.
Il trucco consiste nel farsi assumere da un’azienda compiacente prima di ricoprire la carica pubblica. In questo modo l’onere del pagamento dei contributi non è più dell’azienda ma del Comune. A consentirlo è il decreto legislativo 267 del 2000 che all’art 86 recita così: «L’amministrazione locale prevede a proprio carico, dandone comunicazione tempestiva ai datori di lavoro, il versamento degli oneri assistenziali, previdenziali e assicurativi ai rispettivi istituti»
Sei mesi fa l’ex ministro Josefa Idem è stata indagata insieme al marito Guglielmo Guerrini per truffa aggravata in quanto, secondo l’accusa, il marito l’avrebbe assunta nella sua società poco prima della nomina a ministro.
Si tratta, a quanto pare, di un’usanza comune tra i politici, che però adesso devono fare i conti con la possibilità di essere accusati di truffa aggravata con una pena prevista fino a 5 anni. Nel caso della Idem si contestano sei mesi di carica svolta e “soli” € 8.642 di contributi, mentre diversa è la situazione di Matteo Renzi.
Il neo-premier, infatti, prima della carica di presidente della Provincia lavorava nell’azienda di famiglia, la Chil, con un contratto da co.co.co che ha una contribuzione Inps alquanto bassa e non matura Tfr. Qualche giorno prima della sua candidatura a Presidente della Provincia con La Margherita, però, Renzi viene “promosso” dirigente. In questo modo, da quando Renzi assume la carica pubblica, sarà lo stato a versare i contributi e lo farà sulla base di uno stipendio da dirigente. Il Tfr di Renzi, quindi, grava sulle casse dello stato più di quello della Idem con un esborso totale di circa € 34.000 dal 2006 al 2013 con un picco di € 5.112 l’anno scorso.
Dure le parole del collega Francesco Torselli, consigliere comunale di Fratelli d’Italia che commenta così il fatto «Sembra proprio che finché i contributi del “dipendente” Renzi li pagava l’azienda del padre, il premier aveva un contratto super- economico, mentre non appena il peso dei suoi contributi è passato sulle spalle dei cittadini, in famiglia hanno deciso di garantirgli una ricca pensione»
Fonte: infiltrato.it