Mattarella affida a Mario Draghi l’incarico di creare un nuovo governo

Dopo il tentativo del premier dimissionario e la successiva verifica del presidente della Camera, il Presidente della Repubblica Mattarella ha convocato al Colle Mario Draghi.

Mattarella affida a Mario Draghi l’incarico di creare un nuovo governo

Dopo la fumata nera delle consultazioni del presidente della camera, Roberto Fico, ufficializzata in un incontro con il presidente della repubblica nella serata del 2 Febbraio, Mattarella ha convocato al Colle Mario Draghi.

Il Presidente Mattarella opta quindi per la possibilità di creare un governo “tecnico” guidato da un uomo lontano dalla politica ma che può vantare un curriculum di tutto rispetto e indiscutibili competenze dal punto di vista economico.

Mario Draghi, dopo una lunga conversazione svoltasi nella mattinata del 3 Febbraio ha deciso di accettare, con riserva, il nuovo incarico. L’ex governatore di Banca Italia e Banca Centrale Europea avrà il compito di verificare l’opportunità di creare una nuova squadra di governo che possa essere sostenuta da una maggioranza ragionevole in parlamento. Dopo l’incontro, dopo aver ringraziato la massima carica dello Stato, ha dichiarato: Occorrono risposte e per questo positivamente all’appello del capo dello Stato (…)” e ha poi aggiunto “Con grande rispetto mi rivolgerò prima al Parlamento e sono fiducioso che dal confronto con partiti e gruppi parlamentari e dalle parti sociali emerga unità. Scioglierò la riserva al termine delle consultazioni”.

Lo scenario politico

In base alle dichiarazioni rilasciate nelle ultime ore è probabile che Partito Democratico, Forza Italia, Italia Viva, LeU e altri gruppi minori (autonomie, europeisti, misto) diano il loro appoggio al nuovo governo. Un netto diniego giunge da Fratelli d’Italia, in quanto Giorgia Meloni richiede a gran voce il ritorno alle urne. Restano dubbi sulla posizione di Movimento 5 Stelle, dove pare ci sia una netta divergenza di opinioni all’interno del partito.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, si dice possibilista ma si riserva di decidere in base alla squadra di governo e alla bozza di proposte che Draghi presenterà in parlamento. Nel caso in cui M5S dovesse esprimere un voto contrario la Lega rappresenterebbe l’ago della bilancia: se dovesse votare sì permetterebbe al nuovo governo di ottenere una larga maggioranza e con l’astensione, seppur con un margine ridotto, darebbe una possibilità a questa nuova soluzione.

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