Mario Draghi, l’annuncio improvviso in diretta: "L’ultimo sforzo.."

Mario Draghi torna a parlare delle atrocità nell'est Europa ed è molto deciso su una questione in particolare. Secondo il premier occorre un ultimo sforzo condiviso: ecco le sue parole.

Mario Draghi, l’annuncio improvviso in diretta: "L’ultimo sforzo.."

Da più di 3 mesi l’est Europa è sconvolto dalle atrocità in Ucraina. Ma a pagarne le spese è tutta Europa, compresa l’Italia, ad oggi alle prese con le nefaste conseguenze delle sanzioni alla Russia, con una crisi alimentare sempre più seria e una crescita esponenziale dei costi delle bollette e dei beni di prima necessità.

Intanto in Europa si continua a discutere sul da farsi, il nostro premier Mario Draghi è appena reduce dall’incontro nel Consiglio Ue. In conferenza stampa ha fatto poi il resoconto in merito alle conclusioni a cui sono giunti per il momento i massimi vertici europei presenti al Consiglio; il premier si è focalizzato soprattutto su un nodo cruciale: ecco quale.

Le parole di Draghi

A suscitare notevoli perplessità al Presidente Draghi è stata soprattutto la questione dell’invio di armi, denunciando scarsa coordinazione. Infatti, nonostante l’italia spenda più di 3 volte nella difesa di quanto spenda la Russia, l’Europa tende ad orientarsi verso altri mercati: “E’ stupefacente che l’Europa importi armi dal resto del mondo per il 60%. Bisogna in qualche modo coordinarsi ma per questo tipo di operazioni ci vuole tempo“.

Per il premier Draghi occorre capire se vi sia effettivamente la necessità o meno di importare prodotti. A suo avviso la spiegazione a tutto ciò è soprattutto una: “L’impressione è che, come sempre in questo settore, l’indirizzo della scelta delle armi, di cosa comprare e dove comprare sia tutta nazionale ed è una prerogativa gelosamente custodita dai generali, quindi facciano uno sforzo per parlarsi di più e capiscano che sono tutti soldi nostri”.

Per quanto riguarda gli altri punti cruciali della discussione, Draghi si è focalizzato anche sul problema dei porti Ucraini bloccati. Questa circostanza può innescare a breve una crisi alimentare globale che potremo pagare tutti a caro prezzo: “Occorre fare presto” tuona il premier, “Tra poco sarà pronto il nuovo raccolto e se i silos non saranno svuotati non si saprà dove metterlo”. 

 

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