Marco Travaglio, il pensiero su Luigi Di Maio: si è assunto il compito del mai contento

Il direttore de "Il Fatto Quotidiano" ha sottolineato che l'attuale ministro per gli Affari Esteri non ha un alleato competitor forte, come era avvenuto nel caso di Matteo Salvini.

Marco Travaglio, il pensiero su Luigi Di Maio: si è assunto il compito del mai contento

Marco Travaglio, direttore de “Il Fatto Quotidiano”, ha avuto modo di parlare del ministro per gli Affari Esteri Luigi Di Maio facendo una battuta ironica: “Con Salvini si buttò nelle gare di rutti, ma perdeva sempre“. Ha continuato dicendo che il pentastellato, dopo l’alleanza con il Partito Democratico, ha deciso di cambiare la comunicazione.

Travaglio ha espresso queste parole sull’ex ministro del lavoro: “Con il nuovo alleato non ha più paura di essere cannibalizzato e ha cambiato completamente la sua comunicazione”. Il direttore de Il Fatto Quotidiano ha fatto notare che, nel governo gialloverde, Luigi Di Maio era prigioniero di Matteo Salvini, ma adesso la situazione è cambiata.

Le parole sull’attuale ministro per gli affari esteri

Il giornalista ha spiegato che Di Maio non ha un alleato competitor forte in quanto si trova a governare con il Partito Democratico, diviso a sua volta in otto correnti. Travaglio ha sottolineato che, nel Partito Democratico, non vi è la presenza di un frontman che possa essere considerato popolare ed è caratterizzato da un programma molto vago.

Sono poi arrivate le parole del giornalista Alessandro Giuli che ha ricordato che la bandiera del Partito Democratico è lo Ius Soli, ma Marco Travaglio ha voluto rispondere a questa dichiarazione. Il direttore de Il Fatto Quotidiano ha affermato: “No, non hanno nemmeno il coraggio di pronunciarlo, perché in questo momento sanno che farebbero un regalo a Salvini”.

Travaglio ha fatto notare la paura di Luigi Di Maio per il fatto che il programma vago scritto in poco tempo da Giuseppe Conte potrebbe impedire al governo di fare delle cose forti.

Marco Travaglio ha voluto spiegare la posizione nella quale si trova il ministro per gli affari esteri, che si è assunto il compito di colui che è scontento, malpancista, in quanto ogni giorno ricorda che bisogna fare di più, anche nel momento in cui viene fatto qualcosa di importante come l’accordo di Malta. Ha concluso dicendo che questo cambiamento di Di Maio è dovuto al cambio di alleato.

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