Marco Minniti alla UE: "Cambiamo il trattato o l’Italia lascia Triton"

Il Ministro dell'Interno, Marco Minniti, in previsione del vertice di Varsavia su Triton, intende esprimere la propria determinazione, e del governo italiano, a modificare l'accordo.

Marco Minniti alla UE: "Cambiamo il trattato o l’Italia lascia Triton"

Nella sede di Frontex – l’agenzia europea di controllo delle frontiere – domani avverrà il vertice su Triton: la suddetta operazione prevede il pattugliamento e il salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. “Non possiamo consentire che l’inerzia dell’Europa mandi a fondo il nostro Paese” ha sentenziato il ministro Marco Minniti, comunicando tempestivamente ai partner europei la necessità di modificare l’accordo, distribuendo diversamente lo schieramento di navi nel Mediterraneo. 

L’attività delle Ong non devono quindi, secondo la commissione difesa del Senato, trasformarsi in un corridoio umanitario privato che dalla Libia porta direttamente i profughi in Italia. Il trattato siglato tre anni fa prevede che l’Italia si occupi dei migranti anche se giunti su navi straniere mentre Malta può dedicarsi esclusivamente ai profughi recuperati nelle proprie acque: l’operazione Triton, succeduta a Mare Nostrum, si è trasformata in una degenerazione fuori controllo, i cui limiti sono palesemente sotto gli occhi di tutti.

Durante la riunione di domani verranno messe sul piatto numerose opzioni ai rappresentanti degli altri Stati partecipanti a Frontex: l’Italia ha il comando di Triton ma Minniti ha già detto di essere pronto ad un passo indietro per ottenere l’aiuto dovuto. Frontex proporrà come possibile ipotesi l’obbligo per i governi che finanziano le Ong di occuparsi anche della successiva accoglienza dopo la procedura di fotosegnalamento: alla pratica di richiesta d’asilo seguirebbe un trasferimento aereo dei migranti nel Paese di cui fa parte la nave che li ha soccorsi.

Il pattugliatore della Guardia di Finanza, inviato nelle acque libiche, sarà d’ausilio alla Guardia Costiera, deterrente per le Ong che arrivano addirittura prossime alle coste per il recupero. Da una settimana vi è una strana tregua, gli arrivi non rispecchiano gli standard usuali: si pensa che possa trattarsi di una forma di pressione contro l’Italia da parte delle organizzazioni criminali che gestiscono e definiscono il flusso migratorio.

Il blocco strategico delle partenze dalla Libia è un’espediente ampliamente utilizzato, i profughi vengono accumulati sulle coste libiche minacciando uno sbarco di massa. Nei prossimi giorni questa apparente calma piatta sarà sicuramente infranta: l’approvazione del codice di comportamente dellle Ong diviene indispensabile.

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