Luigi Di Maio vuole denunciare Berlusconi: "Sta comprando i dissidenti grillini"

Aumenta il numero dei grillini pronti a lasciare i Cinque Stelle per passare con il centrodestra. E Di Maio accusa l'ex Cavaliere di essere l'artefice di questa fuga di massa

Luigi Di Maio vuole denunciare Berlusconi: "Sta comprando i dissidenti grillini"

Sarebbero molti i dissidenti grillini pronti a lasciare i Cinque Stelle dopo essere entrati in rotta di collisione con Lugi Di Maio. A dirlo sono gli stessi pentastellati, che hanno rivelato un particolare bizzarro; Di Maio sarebbe pronto a denunciare Silvio Berlusconi con l’accusa di “comprare i ribelli” pentastellati per farli confluire nel suo partito.

Non si sa se quella del vicepremier sia un’azione reale o paventata. Resta il fatto che i grillini pronti a passare al centrodestra, aumentano in modo esponenziale. L’ultima è Paola Nugnes che ai colleghi ha confidato di avere intenzione di lasciare i pentastellati alla ripresa dei lavori parlamentari. Nugnes, però, non è l’unica a essere data in uscita. Pochi giorni fa si era diffusa la notizia che altri 30 grillini starebbero per transitare dai Cinque Stelle alla Lega di Salvini. “Il malcontento nel gruppo al Senato si sta diffondendo sempre di più-dice uno dei dissidenti- Stiamo parlando di più del 50% del gruppo pronto ad abbandonare il movimento.

La fuga

Una fuga di massa ma negata con forza dai capi dei Cinque Stelle. Di Maio incolpa Berlusconi di manipolare i suoi uomini per convincerli al tradimento, dichiarando di aver raccolto “informazioni importantissime” sui tentativi dell’ex Cavaliere di reclutare parlamentari grillini.

Inoltre, lo stesso Di Maio avrebbe anche rivelato di aver detto ai suoi uomini di fingersi interessati alle proposte di Berlusconi e di registrate le conversazioni così da avere materiale sufficiente da presentare in procura. Ma quella di Di Maio più che una convinzione sembra essere una mossa disperata per nascondere la faida intestina scoppiata nel seno del M5S.

Salvini ha detto di non essere interessato a questa situazione: “Non amo i cambi di casacca. Se uno cambia idea molla la poltrona per quanto mi riguarda. E sicuramente non nasce un governo da venti-trenta-quaranta persone che cambiano partito”, ha detto il leader leghista.

Il problema risiede nel movimento guidato da un leader in crisi, tanto da spingere Grillo a prendere in considerazione l’ipotesi di commissariarlo. Ma intanto l’esodo continua e in tanti abbandonano il partito.

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