Luigi Di Maio non era favorevole al Conte bis ma è stato tradito dai suoi

A quanto pare il neo ministro per gli affari esteri non era d'accordo alla formazione del Conte bis ma non ha fatto i conti con il tradimento degli esponenti del Movimento 5 Stelle.

Luigi Di Maio non era favorevole al Conte bis ma è stato tradito dai suoi

A quanto pare il ministro per gli affari esteri ed ex vice premier, Luigi Di Maio, non era affatto favorevole alla formazione del secondo governo presieduto da Giuseppe Conte ma è stato tradito dagli altri esponenti del Movimento 5 Stelle. Sono passati pochi giorni dalla nascita del governo di Giuseppe Conte ed è emersa la verità intorno alla trattativa.

Il parere di Luigi Di Maio era quello di tornare di comune accordo con Casaleggio e con il leader della Lega Matteo Salvini, ma ha prevalso l’opposizione di Giuseppe Conte e Vincenzo Spadafora. Luigi Di Maio si è dovuto arrendere di fronte a questa decisione e si parla già del possibile esautoramento del 33enne dal ruolo di capo politico del Movimento 5 Stelle.

Le idee di Giuseppe Conte appoggiate da Vincenzo Spadafora

Le ultime vicende verificatesi nei giorni successivi alla caduta del governo dimostrano il ritratto di un leader depotenziato. Giuseppe Conte ha prevalso rispetto a Luigi Di Maio, mentre un atteggiamento differente rispetto alla possibilità di un Conte bis è stato assunto da Rocco Casalino che si occupa della comunicazione del Movimento 5 Stelle.

La prima persona a credere nell’alleanza tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico è stata l’attuale ministro dei beni culturali corrispondente al nome di Dario Franceschini. Conte ha dimostrato di essere favorevole a questo tipo di alleanza dando inizio ad alcuni contrasti con Luigi Di Maio.

Vincenzo Spadafora ha avuto lo stesso pensiero del premier e, nel corso della trattativa tra M5S e PD, Luigi Di Maio avrebbe chiesto il ruolo come presidente del consiglio oppure vice premier. Sono arrivate le risposte negative del Partito Democratico che non è stato favorevole rispetto a questa ipotesi. L’ex ministro del lavoro non era favorevole all’alleanza con il PD e sarebbe stato favorevole all’alleanza con Salvini, dopo che gli aveva promesso il ruolo di premier.

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