L’Italia fa la voce grossa: Roma taglierà i contribuiti alle Nazioni Unite

Dopo il no sulla firma per il Global Compart, il governo gialloverde lancia un nuovo guanto di sfida all'ONU: dal prossimo anno saranno tagliati i finanziamenti al Palazzo di Vetro.

L’Italia fa la voce grossa: Roma taglierà i contribuiti alle Nazioni Unite

L’Italia taglierà i contribuiti che versa ogni anno alle Nazioni Unite. È questo il nuovo braccio di ferro che Roma intende ingaggiare con L’ONU. Il taglio sarà minimo. Si parla di 30 milioni di euro sui 100 che l’Italia versa ogni anno all’organizzazione per la pace e la sicurezza mondiale. Ma che rappresenta un messaggio chiaro ai Signori che siedono nel Palazzo di Vetro: non accettiamo imposizioni da voi.

L’Italia, infatti, non è più disposta a piegarsi agli ordini delle Nazioni Unite. Lo aveva già fatto capire rifiutandosi di firmare il Global Compart. E adesso lo ha ribadito mettendo in pratica una decisione maturata da Salvini dopo che l’ONU aveva minacciato di inviare in Italia gli ispettori per monitorare i casi di violenza e di razzismo contro i migranti e i rom.

Una minaccia che però Salvini non ha mai accettato. Perché l’ha sempre ritenuta una violazione della sovranità nazionale. E per far capire all’ONU che in Italia la musica è cambiata rispetto a quanto al governo c’era una sinistra genuflessa ai voleri dei Signori globalisti, si è spinto a decidere di tagliare i contributi al Palazzo di Vetro per impedire ulteriori “sprechi, mangerie e ruberie”.

Il contributo era previsto in una legge del 1957, che diede esecuzione da parte italiana allo Statuto delle Nazioni Unite. Spetterà al ministero degli Esteri provvedere “agli adempimenti necessari per rinegoziare i termini dell’accordo internazionale concernente la determinazione dei contributi alle organizzazioni internazionali di cui l’Italia è parte“.

rapporti tra le Nazioni Unite e il governo italiano stanno quindi cambiando. E questo era evidente già dallo scontro sul Global Compact, con il governo italiano che si è rifiutato di firmare il documento che puntava a introdurre il diritto a migrare. Ma, adesso, diventa sempre più palese. La decisione di Roma di tagliare i contribuiti all’ONU cela un massaggio chiaro: in Italia comanda l’Italia, non comandano le Nazioni Unite. 

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