Si è conclusa la presidenza di Giorgio Napolitano, la più lunga della Repubblica. Le dimissioni sono state firmate il 14 mattina alle 10:35, poi gli onori militari nel cortile del quirinale. Napolitano con la moglie Clio è uscito dal palazzo ed è tornato nella sua casa a rione Monti.
In un messaggio papa Francesco ne ha ricordato il generoso servizio all’Italia e l’instancabile dedizione al bene comune. Napolitano è sereno, consapevole di aver dato tutto il possibile per il paese. A portare la comunicazione delle dimissioni ai presidenti della camera governo e Senato è stato Marra.
Sottobraccio alla moglie Clio, che da sempre gli è stata accanto, si è preso gli onori militari, gli ultimi da Capo dello stato accompagnati dall’Inno di Mameli con la bandiera tricolore, simbolo di quella unità che è stata alla guida della carica di Napolitano durata 8 anni e 7 mesi di presidenza.
Unità è l’augurio che lascia agli Italiani. Una copia consegnata per ricordo, la stretta di mano da parte del generale del capo dei corazzieri a chi da anni si è prestato alle forze armate, ma soprattutto il linguaggio non verbale che si legge negli occhi di Napolitano a dare significato a questa giornata: l’abbraccio, l’affetto nel salutare i consiglieri e le segretarie, a chi lo ha accompagnato con discrezione, riservatezza e forza. La commozione è stata indescrivibile. Ora Napolitano torna senatore a vita, più libero come si è definito lui stesso.
In Rione molti salutano il ritorno del suo presidente, Giorgio Napolitano è di nuovo a casa dopo nove anni passati sul colle più alto di Roma.
Tra casa sua e il quirinale ci sono 350 metri, circa cinque minuti a piedi. Forse anche per questo, secondo molti, dal suo quartiere il Capo dello stato non se ne è mai veramente andato. Lo conoscono tutti e tutti hanno un ricordo legato al presidente, era sempre presente e si metteva sempre a disposizione per gli altri. Talmente presente non solo con la moglie ma anche con gli altri che non si perdeva neanche una riunione di condominio.