Le armi che l’Italia invierà all’Ucraina nella guerra contro la Russia

Il governo italiano ha firmato l'autorizzazione per l'invio di materiale bellico in Ucraina. Sarà la Nato a occuparsi della consegna. Oltre alle armi, rafforzerà anche la presenza di truppe militari ai confini dell'Est Europa

Le armi che l’Italia invierà all’Ucraina nella guerra contro la Russia

La Nato non può intervenire personalmente nell’offensiva che i russi hanno scatenato contro l’Ucraina per evitare che il conflitto diventi mondiale, con Putin che minaccia l’uso di armi nucleari contro la Nato stessa, ma lo sta facendo indirettamente, fornendo a Kiev non solo aiuti umanitari, ma anche attrezzature militari per aumentare il potenziale bellico del governo ucraino.

Tra questi c’è l’Italia, che ha varato nuove disposizioni per fornire aiuti a Kiev, inviando mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari. Si tratta di misure che integreranno quelle già varate con il decreto dello scorso 25 febbraio, con lo stanziamento di 12 milioni di euro per la fornitura di materiale bellico, tra cui giubbotti in kevlar, elmetti in kevlar, metal detector portatili, robot per lo sminamento. Sarà la Nato a occuparsi poi della consegnare.

A questi adesso si aggiungeranno anche centinaia di missili Stinger antiaerei e missili Spike controcarro e migliaia di mitragliatrici Browning, mitragliatrici Mg e munizioni. La Nato consegnerà tutto al governo di Kiev creando prima un ponte areo, poi trasferirà le armi fino alla frontiera, consegnandole all’Ucraina attraverso un convoglio terrestre. Un intervento che fa il paio con quello di ben venti Paesi del mondo, che hanno agito allo stesso modo, rifornendo il governo ucraino di materiale militare per aiutarlo a respingere le truppe russe.

Un intervento legittimo, perché sancito dal Trattato del Nord Atlantico, che consente agli Stati “di resistere a un attacco armato” agendo insieme “ogni volta che, nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata”. Uno scenario che si sta verificando in questi giorni in Ucraina, e per questo motivo ogni Paese sta fornendo armi a Kiev, nonostante l’allerta delle forze nucleari mobilitate da Putin come deterrente contro chiunque interferisce nell’invasione russa all’Ucraina.

Il presidente del Consiglio Draghi si è espresso a favore del pacchetto di misure Ue contro Mosca, colpendola sotto il profilo economico-finanziario e chiudendo lo spazio areo ai jet russi, isolandola sempre più dal mondo. Misure che si aggiungono ai boicottaggi che la Russia sta subendo in tutti i campi, dallo sport al mondo informatico, con gli haker americani che hanno messo fuori uso tutti i siti del Cremlino. “L’Italia dà il suo pieno appoggio al pacchetto di misure contro la Federazione Russa presentato dalla Commissione Europea-ha detto Draghi-L’aggressione dell’Ucraina è una minaccia per tutta l’Europa”, che “deve reagire con la massima fermezza”. L’Italia chiederà anche ai suoi cittadini di lasciare la Russia.

Alle armi militari si aggiungeranno pure i soldati, con circa 1.350 militari italiani in partenza per l’Ungheria e la Romania. Si tratta dei nuclei speciali, lagunari, paracadutisti e incursori del Comsubin. Verranno messi a disposizione della Nato per potenziare la difesa dell’Est Europa, in particolare di quelle nazioni che potrebbero entrare nel mirino di Putin, che pare proprio non essere intenzionato a fermarsi all’Ucraina e rifondare la vecchia Unione Sovietica. Nei pressi di queste nazioni l’Italia aveva già inviato truppe militari, aerei da bombardamento e navi della marina militare. Il costo dell’operazione sarà di 154 milioni di euro, ma se il conflitto dovesse proseguire le missioni potrebbero essere rifinanziate.

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