Laura Boldrini inferocita con Salvini sale sulla Diciotti: "Se è un uomo, se lo è ancora, faccia scendere le donne"

Laura Boldrini è salita a bordo della Diciotti e si è scagliata, con la consueta veemenza, contro il ministro dell'interno Matteo Salvini reo di non riuscire a comprendere la complessità della situazione a bordo e di portare avanti il suo diktat.

Laura Boldrini inferocita con Salvini sale sulla Diciotti: "Se è un uomo, se lo è ancora, faccia scendere le donne"

L’ex presidente della camera Laura Boldrini, giunta a Catania al capezzale della Diciotti, ha attaccato il ministro dell’interno Matteo Salvini: “Spero almeno che le donne possano sbarcare. Sono 11. Mi rivolgo al ministro Salvini. Che usi buon senso e che perlomeno faccia sbarcare queste 11 donne che hanno bisogno di cure ed assistenza“.

La passionaria ha sostenuto che le persone a bordo sono molto provate, stanno male, le donne in particolare soffrono di problemi anche ginecologici. Ritiene che una tale situazione non deve protrarsi e che quindi sarebbe auspicabile far sbarcare tutti per una distribuzione eventuale a terra.

La deputata sostiene, altresì, che non si può sequestrare una nave, non si può sequestrare un equipaggio, non si possono sequestrare naufraghi, perchè è contro il nostro ordinamento, contro la nostra costituzione.

La Boldrini sottolinea che Salvini va contro la convenzione di Ginevra, quella dei diritti dell’uomo, e che sta stracciano decenni di cultura giuridica. Secondo lei l’Italia non può decadere a tale livello, lo scontro a tutti i costi fra i poteri dello Stato per creare il caos, attuato dal vicepremier, mette in luce solamente il suo atteggiamento da bullo. L’ex presidente ha rivolto un appello a Salvini: “Se è un uomo, se è ancora un uomo, faccia scendere almeno le donne che hanno problemi enormi”.

Anche Luigi Di Maio non intende arretrare osservando che l’Europa nasce intorno a principi di solidarietà, se e non è in grado di ridistribuire 170 persone risulta evidente che siamo davanti ad un serio problema con i suoi principi fondativi: il vicepremier ha ribadito la posizione sul possibile taglio dei 20 miliardi di contributi l’anno nel caso di un mancato intervento europeo.

Diamo 20 miliardi ogni anno all’Ue e ce ne rientrano poco più di 10. Vogliamo anche contribuire al bilancio, ma se c’è un progetto, una volontà di aiutarci in maniera reciproca. Altrimenti io con 20 miliardi altro che quota 100 per superare la Fornero, faccio quota 90 o 80…” ha chiosato il vicepresidente del consiglio.

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