Vediamo tanti nipoti di Thatcher che dicono ancora che “non c’è alternativa”. Invece esiste Questo è il presupposto su cui nasce il nuovo gruppo alla Camera dei Deputati, denominato L’Alternativa C’è. Costituito dai parlamentari pentastellati, saliti sull’Aventino, e decisi a non votare la fiducia al governo di Mario Draghi. Sono Massimo Enrico Baroni, Pino Cabras, Emanuela Corda, Andrea Colletti, Paolo Giuliodori, Alvise Maniero, Maria Laura Paxia, Paolo Nicolò Romano, Francesco Sapia, Arianna Spessotto, Rosalba Testamento Raffaele Trano e Andrea Vallascas.
Recentemente hanno presentato un manifesto politico, che lascia intravedere un progetto ambizioso: non solo di restaurazione dei principi fondanti del Movimento Cinque Stelle che, secondo gli autori, sono stati abbandonati a favore di una ammucchiata,in un governo di unità nazionale. Ma anche una visione “sociale” che in questi anni si è affievolita. Insomma un azione politica non più orientata al “business like”.
Lo possiamo evincere dall’importanza, data nel documento, alla priorità del ruolo dello Stato nell’economia, riportando nelle mani pubbliche tutti quegli asset strategici e i monopoli naturali a partire da Autostrade. Si torna anche ad una posizione euroscettica,.” con la revisione dei vincoli di convergenza fiscale economici UE che da decenni concorrono a impedire la nostra crescita economica (dagli anacronistici parametri di Maastricht al loro sviluppo negli accordi successivi, quali quelli del Patto di Stabilità, del fiscal compact e dei regolamenti “six pack” e two pack” regola del 3%). Nel rifiutare strumenti dannosi ed inefficaci come il MES”.
In politica estera “L’Alternativa C’è” apre al multilateralismo. Vista la collocazione geopolitica dell’Italia, si ritiene fondamentale avere più indipendenza e autonomia. Dato che l’Italia ha una tradizione di protagonismo mediterraneo, che conquistò spazi perfino dentro il contesto difficile della Guerra Fredda.
Se questa è la risposta alle voci di reintegro, circolate in questi giorni, degli espulsi dal Movimento Cinque Stelle, una sorta di amnistia che prevede però una accettazione della linea pro Draghi., significa che lo spartiacque tra la futura Cosa con Giuseppe Conte e gli ex del Movimento è delineata e probabilmente definitiva.