La proposta della Lega: ”Fino a 10 anni di reclusione per la maternità surrogata”

Il dibattito sulla maternità surrogata in Italia è stato recentemente riacceso dall'emendamento proposto dalla Lega, che prevede pene severe per chi pratica questa forma di maternità e per le coppie italiane che la cercano all'estero.

La proposta della Lega: ”Fino a 10 anni di reclusione per la maternità surrogata”

La pratica della gestazione per altri, conosciuta anche come “maternità surrogata” o “utero in affitto“, si trova al centro di un acceso dibattito legislativo in Italia. Recentemente, un emendamento proposto dalla Lega al disegno di legge di Fratelli d’Italia ha sollevato polemiche e preoccupazioni riguardo alle conseguenze legali per coloro che partecipano a questa forma di maternità.

L’emendamento in questione prevede sanzioni severe, che vanno da quattro a dieci anni di reclusione e multe significative, non solo per i praticanti della maternità surrogata all’interno dei confini nazionali, ma anche per le coppie italiane che decidono di rivolgersi a questa pratica all’estero.

Uno degli aspetti più discussi dell’emendamento è il concetto di “reato universale“, termine che ha diviso opinioni tra gli esperti legali. Molti ritengono che tale disposizione sia impraticabile e potenzialmente incostituzionale, specialmente perché la maternità surrogata è legalmente riconosciuta in numerosi paesi con specifiche normative a tutela dei diritti delle parti coinvolte. A livello europeo, la questione è stata recentemente affrontata con l’introduzione di una direttiva contro il traffico di esseri umani.

Nonostante questa direttiva non vieti esplicitamente la maternità surrogata, il suo obiettivo principale è prevenire qualsiasi forma di sfruttamento o coercizione all’interno di questa pratica. La direttiva ha ottenuto un ampio consenso nel Parlamento europeo, evidenziando un equilibrio tra la necessità di proteggere le persone e il rispetto per le diverse legislazioni nazionali che regolano la gestazione per altri in modo etico.

Paesi come Grecia, Portogallo e Gran Bretagna hanno regolamenti che permettono la maternità surrogata in un contesto legale e moralmente accettabile, puntando sul consenso informato e sulla salvaguardia dei diritti umani. In conclusione, mentre l’Italia si confronta con le implicazioni giuridiche e morali della maternità surrogata, il dibattito rimane acceso tra coloro che sostengono una regolamentazione rigorosa e chi difende il diritto delle persone di fare scelte consapevoli in materia di procreazione assistita.

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