L’ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari, intervistato da La Stampa, riconoscendo la grave situazione in cui versa il sistema politico italiano, ha usato aggettivi forti per definire il Governo Draghi che, a suo avviso, è instabile e, soprattutto, inadatto.
Un sistema politico morto, una politica italiana disastrosa, in cui i partiti scalpitano, protestano, in cui i malumori aumentano. Nel corso dell’esame del decreto legge Milleproroghe, il governo è andato sotto 4 volte e la maggioranza ha vacillato. Tutto questo ha fatto andare su tutte le furie Mario Draghi, che ha dichiarato: “Il governo è nato per fare le cose, è stato voluto dal presidente Mattarella con questo obiettivo”, dicendosi pronto a dimettersi
Le forti parole di Cacciari
Cacciari, senza mezzi termini, invita a rivedere e in fretta il ruolo dei partiti e la funzione del parlamento. Il filosofo, poi, ha guardato avanti, al 2023, quando gli italiani potranno finalmente tornare a votare.Secondo lui il prossimo anno sarà un anno decisivo, e questo deve essere compreso soprattutto dai partiti politici…gli stessi partiti che si sono dimostrati deboli anche nell’elezione del presidente della Repubblica e che, non riuscendo a trovare altri candidati in grado di salire al Colle, hanno chiesto il bis a Sergio Mattarella.
L’ex sindaco di Venezia ha spiegato: “Le disuguaglianze si stanno moltiplicando in modo impressionante e anche Draghi comincia a fare poco. Se non c’è una reazione immediata a questo andazzo andiamo a sbattere“, esprimendosi poi il suo parere sul referendum. Cacciari afferma che il “no” relativo alla proposta sulla cannabis è stato folle, perché il “proibizionismo” non fa che aumentare la criminalità.
Per quanto riguarda l’eutanasia, invece, “bisogna affrontare la questione nei termini in cui la poneva il referendum: di fronte alla sofferenza, o, per dirla con Leopardi, al dolore acerbo del mio corpo, in una situazione in cui la vita è diventata un male, nessuno può ergersi a giudice entrando nell’anima di un altro. La persona ha perfettamente il diritto di togliersi la vita. Serve compassione. Unita a un altissimo silenzio“.