Come ogni 29 aprile, la Milano neofascista scende in piazza, per ricordare Sergio Ramelli, un giovane militante del Fronte della Gioventù (l’organizzazione giovanile dell’MSI di Almirante) ucciso nel 1975, a 19 anni non ancora compiuti, da alcuni militanti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia Operaia. Quest’anno, inoltre, è la commemorazione del 40° anniversario dell’omicidio di Ramelli, e la Milano Nera si è riunita con tutti i principali partiti di destra, dandosi appuntamento in Viale Argonne per far partire la cerimonia: Forza Nuova, Lealtà e Azione, Casapound e Fratelli d’Italia, in una delle rare occasioni in cui gestiscono un evento sotto la stessa bandiera.
Secondo un militante presente alla commemorazione, “siamo divisi perché manca un leader come Giorgio Almirante“, e la riunione tra tutte le sigle è avvenuta “perché abbiamo il culto dei morti”. Sotto al palco, dove è ben visibile un grande striscione che recita ‘Onore ai camerati caduti‘, vi sono circa un migliaio di persone, divise tra ‘fascisti del nuovo millennio’, i più giovani, riconoscibili dal look tendenzialmente skin-head, e i più anziani, i militanti di lunga leva, quelli che avevano aderito al Movimento Sociale Italiano o al Fronte della Gioventù stesso.
Poche decine di metri più in là, come in ogni occasione in cui si vengono a riunire i neofascisti, è sfilato un corteo di antifascisti militanti, che fortunatamente non è entrato in contatto con i militanti del presidio, evitando così sicuri incidenti. “Non sporchiamo, non scriviamo sui muri a differenza della canea rossa che spacca e rovina”, è stato il commento di uno dei partecipanti alla notizia della presenza del corteo antifascista. Come ogni commemorazione neofascista, la serata si conclude con l’urlo corale “Presente!”, quando viene annunciato il nome di Sergio Ramelli, condito da centinaia di saluti romani, in ‘omaggio’ al camerata caduto.