La metamorfosi del Ministro Di Maio, dal giustizialismo al garantismo

In soli 3 anni il Movimento 5 Stelle è riuscito a disintegrarsi e a trasformare i suoi eletti in perfetti politici, acquisendo tutte quelle caratteristiche che tanto criticavano dei loro nemici. Di Maio ne è la prova vivente.

La metamorfosi del Ministro Di Maio, dal giustizialismo al garantismo

Se solo 3 anni fa, e più precisamento il 4 marzo 2018, ci avessero detto che in 36 mesi il Movimento 5 Stelle sarebbe stato l’alleato di tutti i partiti che tanto criticavano, molto sicuramente non avrebbero preso il 33% dei voti degli italiani. La favola dell’onestà è durata davvero molto poco tempo. Luigi Di Maio è la prova vivente di ciò che scrivo.

Da capo politico del Movimento è diventato ministro di destra e sinistra in base all’alleanza del momento. Ministro del lavoro e, come se non bastasse, dello Sviluppo Economico durante il Conte 1, quindi pienamente in sintonia con Salvini. Ma un mojito di troppo ha rotto questo legame innaturale, arrivando così al periodo di sinistra con il Conte 2, giungendo addirittura al Ministero degli Esteri, un lavoro questo, che sembra gli piaccia molto, dato che è l’unico politico sopravvissuto a tre governi politici completamente diversi tra loro.

I cambiamenti non sono mica finiti qui, ce li ricordiamo tutti i tempi in cui chiedevano le dimissioni per ogni politico indagato, colpevole o innocente che fosse, la riuscita nell’aver abolito la povertà, il No alla Tap da estinguere in sole 2 settimane e che invece è in fase di costruzione, l’impeachment al Presidente Mattarella e molto altro.

Un cambiamento reso ancora più evidente con la dichiarazione che ha fatto stamani il Ministro degli Esteri, dicendosi dispiaciuto nei confronti dell’ex sindaco di Lodi, Simone Uggenti, contro il quale nel 2016, i 5 Stelle portarono avanti una campagna mediatica giustizialista fino a spingerlo alle dimissioni. Oggi Di Maio ha affermato: “le modalità con cui abbiamo fatto battaglia contro l’ex sindaco, alla luce dell’assoluzione di questi giorni, appaiono adesso grottesche e disdicevoli”.

Un reale segno di trasformazione e miglioramento direi. Come non dimenticare un’altra famosa battaglia sulla quale il Movimento 5 Stelle ha pesantemente marciato, calpestando sul dolore di tutti gli abitanti di Bibbiano e creando una gogna mediatica su questo paese. Ma per il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, le scuse devono ancora essere ricevute.

Lo sfogo di Di Maio di questa mattina sul Foglio, è stato apprezzato da molti politici appartenenti ai diversi partiti, anche all’interno del suo stesso movimento, dimostrando come l’epoca del giustizialismo è ormai tramontato. L’ex premier e futuro capo del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte ha scritto sui social: “Riconoscere un errore, come ha fatto oggi Luigi Di Maio, è una virtù. Alimentare la gogna mediatica per contrastare gli avversari a fini elettorali contribuisce all’imbarbarimento dello scontro politico”. Il diretto interessato invece è stato più accorto con le parole, affermando: “Sono contento delle scuse di Di Maio, spero che il suo ravvedimento sia sincero e spero che possa essere utile alle tante persone che sono state additate e linciate prima che si accertassero i fatti. Questo non deve più accadere, perché la politica deve parlare di valori, programmi ed azioni concrete, non fare il tifo sulle manette”.

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