La Lega fatica ad essere partito di lotta e di governo

La Lega, opponendosi in Commissione affari sociali della Camera all'introduzione dell'obbligo del green pass, ha operato di fatto uno strappo con gli altri partiti della maggioranza

La Lega fatica ad essere partito di lotta e di governo

La Lega sente la necessità di rilanciare la sua azione politica che nelle ultime settimane, ma più in generale da quando è diventata un partito di governo, sembra aver perso di mordente.

Ieri, in commissione affari sociali della Camera, i suoi rappresentanti hanno presentato un emendamento contro l’estensione dell’obbligo del green pass, in tandem con Fratelli d’Italia. L’emendamento è stato bocciato dai rappresentanti degli altri partiti di governo che hanno votato contro.

Lo strappo operato nella maggioranza appare tanto più grave e inaspettato in quanto in sede di Consiglio dei Ministri la Lega aveva votato a favore dell’introduzione del green pass. Il deputato Claudio Borghi, che nei giorni scorsi era sceso in piazza con i no green pass, ha accusato la sconfitta e lamentato che tutti gli emendamenti migliorativi presentati siano stati respinti.

Immediata la reazione di Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, che, intervenendo alla festa nazionale dell’Unità, ha definito intollerabile la situazione che si è venuta a creare perché con il voto in Commissione “la Lega si pone di fatto fuori dalla maggioranza e ha chiesto un chiarimento politico immediato. Anche i 5 stelle hanno bollatto la presa di posizione dei rappresentanti della Lega come “irresponsabile”.

Salvini, che con Letta non perde occasione di scambiare frecciate, ha ribattuto che è Letta ad essere fuori dal mondo e ha tentato di rilanciare: il problema, ha detto, è che il buonsenso imporrebbe che il governo, se vuole rendere il green pass obbligatorio, dovrebbe rendere gratuiti i tamponi salivari. Questione, quest’ultima, che trova qualche apertura anche a sinistra, ma sulla quale il governo ha finora tenuto duro perché l’introduzione della gratuità dei tamponi ridurrebbe l’efficacia della pressione a vaccinarsi.

Sullo sfondo, o meglio, dietro le quinte, ad agitare le acque sono alcune questioni interne alla Lega e al centrodestra che non trovano una composizione soddisfacente.

Anzitutto le alleanze e il posizionamento in vista delle elezioni amministrative del prossimo 3 ottobre dove, sulla carta, il centrodestra si presenta favorito, ma soprattutto l’elezione del capo dello Stato tra pochi mesi. Forza Italia punta su Silvio Berlusconi, ma Lega e Fratelli d’Italia non hanno ancora sciolto la riserva.

Ma anche uno scontro, neanche tanto sotterraneo, all’interno della Lega stessa tra i cosiddetti “governisti” che fanno capo a esponenti come Giorgetti e i  “duri e puri” che vorrebbero un partito sulle barricate. A dimostrazione, una volta di più, che non è per niente facile tradurre in pratica la formula del “partito di lotta e di governo” di berlingueriana memoria.

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