Il 16 ottobre, il Senato italiano ha approvato il testo definitivo della legge che rende illegale la pratica della gestazione per altri (GPA), o maternità surrogata, anche quando viene effettuata all’estero. Questa nuova norma rappresenta un rafforzamento del divieto già esistente, che ora esporrà i cittadini italiani che ricorrono alla GPA in altri Paesi a conseguenze giudiziarie una volta rientrati in Italia. La legge, sostenuta da Fratelli d’Italia, guidato dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni, rappresenta un cambiamento drastico nella regolamentazione della procreazione assistita nel Paese.
Un passo avanti o indietro per i diritti?
Per la Ministra della Famiglia Eugenia Roccella, questa norma segna un progresso nella difesa dei diritti fondamentali. “Con questa legge l’Italia si pone all’avanguardia in tema di difesa dei diritti,” ha dichiarato la Roccella, sottolineando come il provvedimento sia orientato a proteggere la dignità umana. La Ministra ha aggiunto: “Le persone non sono oggetti, i bambini non possono essere comprati e le parti del corpo umano non possono essere vendute o affittate. Questa semplice verità, già sancita dal nostro ordinamento giuridico, non potrà più essere aggirata.”Dall’altra parte, molti critici vedono questo passo come una limitazione delle libertà personali. Il deputato Riccardo Magi, segretario del partito +Europa, ha parlato apertamente di un “giorno nero per la libertà” e per i diritti umani. Secondo Magi, la destra ha imposto un divieto universale su una pratica che in molti Paesi è perfettamente legale e regolamentata, rendendola di fatto equiparabile a reati gravi come la pedofilia. Ha promesso che l’opposizione farà ricorso alla Corte Costituzionale per contrastare questo provvedimento.
Il contesto giuridico e la storia della GPA in Italia
Prima dell’approvazione di questa legge, in Italia la GPA era già illegale in base a una norma del 2004. Chiunque fosse stato trovato a praticarla sul territorio italiano rischiava pene detentive da tre mesi a due anni e multe fino a un milione di euro. Tuttavia, fino a oggi, molti cittadini italiani erano in grado di aggirare il divieto ricorrendo alla GPA in Paesi esteri, come gli Stati Uniti e il Canada, dove la pratica è legale e regolamentata.Secondo i dati riportati da diversi media italiani, la maggior parte delle coppie che si rivolgono alla maternità surrogata sono eterosessuali e ricorrono a questa pratica perché non possono avere figli naturalmente. Questo fa emergere una delle critiche principali alla nuova legge: il provvedimento, secondo alcuni, colpisce indiscriminatamente coppie che cercano disperatamente di avere un figlio attraverso metodi legalmente accettati in altre giurisdizioni.
Un reato universale: le difficoltà di applicazione
Una delle maggiori preoccupazioni sollevate dai critici è l’applicabilità di questa nuova legge. Rendere la maternità surrogata illegale anche all’estero solleva infatti dubbi costituzionali e pratici. Secondo molti esperti, sarà difficile per l’Italia monitorare e perseguire i cittadini che scelgono la GPA in Paesi stranieri, soprattutto in quelli dove la pratica è completamente legale.Inoltre, vi sono interrogativi su come questa norma possa essere applicata nei casi in cui i bambini nati da maternità surrogata all’estero vengano portati in Italia. Questi bambini saranno privati dei loro diritti o della possibilità di essere riconosciuti legalmente? E come verranno trattate le coppie che, nonostante il divieto, decidano comunque di ricorrere a questa pratica all’estero?