La Germania prepara un piano anti-Italia per proteggere l’Europa

Il governo tedesco pensa di istituire una linea di credito che possa salvare l'Europa da una crisi finanziaria che dall'Italia potrebbe colpire altri Paesi.

La Germania prepara un piano anti-Italia per proteggere l’Europa

La manovra economica varata dal governo italiano mette paura all’Europa, perché i suoi effetti perniciosi potrebbero colpire anche altre nazioni del vecchio continente. Per questo motivo, la Germania ha pensato bene di preparare un piano finanziario per evitare il “contagio” italiano ad altre economie e proteggere la Grecia, il Portogallo e gli altri Paesi “deboli” dell’Eurozona.

Il piano prevede la fondazione di una linea di credito più accessibile per le economie europee economicamente meno sane e meno forti. Si tratta di un credito che andrebbe oltre i parametri di risanamento finanziario richiesto ai membri dell’Unione Europea per richiedere un prestito, e che permetterebbe di tamponare l’effetto domino che una Waterloo italiana potrebbe avere su altre nazioni.

Il fondo di credito

Berlino, infatti, teme il cosiddetto “choc asimmetrico”; teme, cioè, che un Paese economicamente sano possa avere difficoltà economiche non per colpa sua, ma per colpa delle scelte politiche di altre nazioni. Ecco perché la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha pensato di istituire un fondo di credito che possa essere assicurato a tutti i Paesi, con condizioni meno rigidi è più flessibili rispetto ai paramatri attuali.

I soldi messi sul fondo sarebbero circa 600 miliardi, soldi che non basterebbero per salvare l’Italia da un eventuale fallimento, ma che garantirebbero comunque agli altri Paesi di reggere il terremoto finanziario che dall’Italia si rivererebbe sull’Europa. Un mini-prestito per far fronte alle esigenze più immediate in caso di “tracollo” italiano. L’obiettivo è “evitare che piccoli problemi si trasformino in problemi enormi”.

Lo scudo anti-Italia non è l’unico passo ipotizzato in Germania. Berlino pensa anche a ridurre i rendimenti dei titoli di Stato di Roma “finanziando il riacquisto di parte del debito ad alto costo“, come dice un economista, “così che prestito e riforme strutturali “alla fine aumenteranno i tassi di crescita del Paese dai loro attuali livelli anemici“. 

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