Ius Soli, Andrea Camilleri: "Noi italiani siamo un popolo di razzisti"

Lo scrittore Andrea Camilleri, intervenuto a "Circo Massimo", su Radio Capital, ha espresso il proprio rammarico per la mancata approvazione dello ius soli.

Ius Soli, Andrea Camilleri: "Noi italiani siamo un popolo di razzisti"

Sulla controversa legge sulla cittadinanza, che tanto induce in aspre discussioni, dopo l’adesione allo sciopero della fame da parte dell’architetto Renzo Piano, anche Andrea Camilleri si è unito alla cordata dello ius soli ad oltranza. Il celebre scrittore, ospite a Circo Massimo, la trasmissione radiofonica in onda su Radio Capital, intervistato da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto ha espresso il proprio rammarico per il fallimento dell’approvazione dello ius soli, definendo una vergogna il fatto che non venga approvata una legge del genere. Camilleri ha apertamente affermato: “Noi italiani siamo razzisti, perché non lo vogliamo dire?”.

Tornando a ritroso nel tempo ha raccontato di quando negli anni Sessanta aveva visto a Torino cartelli sui quali era scritto “Non si affitta a meridionali”: afferma che niente è cambiato adesso accade con gli extracomunitari. “Altro che italiani brava gente. Abbiamo la memoria corta, ricordiamo solo come era composta la Juventus nel ’36 e chi ha vinto il Festival di Sanremo” ha detto ironicamente.

Visti i recenti rigurgiti nazionalisti europei ha affermato che non è preoccupato, perché il fascismo o il nazismo, non torneranno, arriveranno altre tipologie di violenza, certamente, ma non in quella forma, del resto, ha sottolineato, che tale ideologie sono morte con le persone che le hanno create.

Lo scrittore si dice rattristato dal ritorno di Berlusconi, sentenziando che in America quando i politici finiscono, se ne vanno definitivamente e che in Italia, invece continuano a condizionare la scena politica con la loro continua ingerenza.

Parlando del M5s ha commentato: “Sono meteore. Non è un programma politico dire ‘no’ a questa politica”. Camilleri, in un intervista di qualche tempo fa, aveva affermato che da comunista e da uomo di sinistra, sperava di vedere in Italia un leader forte, una sorta di Tsipras, un’individuo capace di prendere tutte le varie frazioni della sinistra e metterle insieme: amaramente aveva dovuto constatare che non esiste alcuno talmente forte e carismatico capace di ricoprire tale ruolo.

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