Matteo Renzi ha incontrato giovedì scorso a Berlino la cancelliera tedesca Angela Merkel. Secondo la stampa, l’incontro era stato programmato da tempo e sì è focalizzato su argomenti di politica Europea.
Dopo questa “discreta” capatina dove il potere in Europa conta, l’ambizioso Renzi partirà per Parigi e poi si dirigerà verso altre corti europee.
La corsa al potere del giovane democratico dunque farà tappa oltralpe. Qualche giorno fa si era parlato negli ambienti del Pd di una sua presenza come capolista alle elezioni europee, ma Renzi aveva liquidato la questione con una battuta: “le vanno a pescare sottoterra”, come a sottolineare che il suo obiettivo e uno scettro politico qui in Italia.
Renzi probabilmente ha capito che le decisioni che contano ormai si prendono tutte in Europa e che chiunque voglia ambire a poltrone di prestigio in questo momento deve relazionarsi coi leader continentali, a partire dalla (al momento schiacciante) leadership tedesca.
Ciò non stupisce: il Pd è il partito leader dell’europeismo (e dell’eurismo) a tutti i costi, e anche se Renzi non fosse intenzionato a “morire per Maastricht” come il suo collega Letta, nel suo radioso futuro nella politica italiana ci dovrà essere la piena comprensione di chi comanda, di quale potere egli dovrà far da cerniera con i cittadini, fingendo di fare i loro interessi per fare quelli dell’Unione Europea a guida nordico-tedesca.
Chissà se l’accento toscano lo rende simpatico anche alla Cancelliera.
Potere e discrezione, e mentre il nuovo avanza, i cittadini italiani, greci, spagnoli, portoghesi e irlandesi soffrono e sperano.
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