L’aumento dei contagi da Covid-19 e il pressing dei presidenti di Regione che non vogliono rischiare nuove chiusure nel periodo natalizio, convincono il governo a intervenire. Veri e propri divieti legati alla vita sociale per proteggere chi è immunizzato. Il decreto che introdurrà anche l’obbligo di richiamo del vaccino per il personale sanitario e i lavoratori che entrano nelle residenze per anziani, potrebbe essere approvato già la prossima settimana.
La linea della prudenza sin qui tenuta da Palazzo Chigi non regge di fronte al rischio che le terapie intensive superino la soglia critica, come sta accadendo in altri Stati europei. Per il governo è ormai chiaro che la situazione sta peggiorando, non si può stare fermi e sarà inevitabile che i non vaccinati paghino più di chi ha invece scelto di immunizzarsi. È chiaro che non c’è nessuna volontà di spaccare il Paese, ma se l’aumento dei contagi e delle ospedalizzazioni dovesse portare a nuove restrizioni, non sarebbe ipotizzabile mettere sullo stesso piano i vaccinati e i non vaccinati. Sulla riduzione della durata del green pass non ci sono più dubbi.
Gli ultimi studi dell’Istituto superiore di sanità che dimostrano come la copertura vaccinale cominci a diminuire dopo i 6 mesi, convincono tutti che sia necessario intervenire al più presto. Il decreto stabilirà che il green pass non sarà più valido un anno, ma 9 mesi dall’ultima inoculazione. Di qui la decisione di ieri sera del ministro Speranza di anticipare al 22 novembre l’inizio della campagna di richiamo per la fascia di età tra i 40 e i 60 anni. Entro il 29 novembre l’Ema dovrebbe dare il via libera al vaccino per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, che darà l’avvio in l’Italia alla campagna anche per i più piccoli.
La convinzione del fronte rigorista è che a subire le restrizioni debbano essere le persone che hanno scelto di non immunizzarsi. Tutti i luoghi al chiuso come bar, ristoranti, cinema, teatri potrebbero essere inaccessibili per chi non è vaccinato. Sembra ormai inevitabile per non vanificare gli sforzi fatti sin ad ora. Perché penalizzare le attività e la vita di chi ha aderito alla campagna vaccinale?. Il presidente del Consiglio Draghi è stato prudente sulla eventualità di far pagare un prezzo più alto, in termini di libertà negate, ai non vaccinati. Ma col virus che corre, anche Draghi si starebbe convincendo che sia la via più indolore.
Una delle ipotesi potrebbe essere l’eliminazione del tampone per ottenere il green pass. Antigenici e molecolari dovrebbero essere utilizzati soltanto per chi non ha il vaccino ma deve andare al lavoro.