Immigrati incassano la pensione sociale e tornano nei loro Paesi

Casi registrati in tutta Italia: oltre 500 stranieri pizzicati ad aggirare la legge. Incassano l'assegno Inps, ma poi tornano a vivere nei Paesi d'origine.

Immigrati incassano la pensione sociale e tornano nei loro Paesi

Gli immigrati hanno il diritto alla pensione sociale? Certo. Se però non fanno i furbi. Invece, lo Stato ultimamente ha scoperto centinaia di casi di stranieri che, dopo aver maturato i diritti per l’assegno sociale, se ne sono tornati nel loro Paese, continuando a percepire l’assegno senza averne più alcun diritto e a spese degli italiani che lavorano per pagare il loro benefit.

La legge italiana permette infatti a uno straniero, che ha più di 66 anni, che è residente nel Belpaese o che ha il permesso di soggiorno da almeno dieci anni, di poter usufruire della pensione sociale. Solo che, per continuare a percepire il sussidio, non possono assentarsi dall’Italia per più di 30 giorni, cosa che non sempre accade, portando a delle vere e proprie truffe fatte in barba ai cittadini onesti.

Le indagini effettuate dalla Guardia di Finanza negli ultimi tempi hanno infatti scoperto casi clamorosi. Ad Ancona, per esempio, 182 immigrati erano tornati nel loro Paese d’origine senza comunicarlo all’Inps, continuando così ad intascare 450 euro al mese, compresa tredicesima e quattordicesima, per quattro anni e fregando dalle casse dello Stato 1 milione di euro.

A Sabaudia, invece, 36 immigrati avevano “scippato” all’Inps 340mila euro. A Genova, 7 stranieri continuavano a percepire l’assegno malgrado non fossero più in Italia. Mentre a Pescara, 5 risorse migratorie hanno raggirato la Previdenza Sociale incassando 200mila euro. Alcuni se ne erano tornati nel Paese di origine, altri invece avevano dichiarato di essere indigenti senza esserlo.

Simili casi sono probabilmente molto più numerosi di quanto finora scoperti. Cosa che ha portato ad un aumento dei controlli delle Fiamme Gialle che stanno monitorando i beneficiari stranieri dell’assegno previdenziale. Sarebbero finora 500 i casi messi nel mirino, per un valore totale di circa 10 milioni di euro. E di questi tempi, non sono propriamente da buttar via.

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