Il Vaticano contro il Ddl Zan: "Viola il Concordato tra Stato e Chiesa"

La Segreteria della Santa Sede chiede di modificare la legge contro l'omofobia perché metterebbe a rischio la libertà di riunione dei cattolici e la libertà di espressione

Il Vaticano contro il Ddl Zan: "Viola il Concordato tra Stato e Chiesa"

Il Vaticano entra direttamente in campo contro il ddl Zan, il progetto di legge contro l’omotransfobia, e lo fa un maniera decisa. La Segreteria di Stato della Santa Sede ha infatti consegnato al governo italiano una richiesta di modifica del testo di legge perché violerebbe il Concordato tra Italia e Santa Sede. Il rischio, secondo il segretario di Stato vaticano, e che questa legge andrà a ridurre la libertà garantita alla Chiesa Cattolica sui commi che riguardano la libertà di riunione e di organizzazione dei cattolici e la manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

Il Vaticano si era già espresso in passato sul Ddl Zan, avanzando il sospetto che la legge servisse non solo per tutelare le minoranze sessualmente diverse-che sono comunque già tutelate dalle attuali leggi del codice penale-ma servisse anche per sdoganare scopi ben più camuffati. Come per esempio l’introduzione delle lezioni gender nelle scuole; la legalizzazione delle adozioni gay, dell’utero in affitto e della maternità surrogata; e la mercificazione dei bambini venduti alle coppie gay come prodotti da supermercato.

Non solo, ma-secondo la Chiesa-con la legge Zan sarà difficile anche stabilire ciò che si potrà dire e ciò che non si potrà dire, ciò che si potrà scrivere e ciò che non si potrà scrivere, aprendo di fatto le porte alla censura delle idee, del pensiero e delle opinioni. Sarà ancora possibile per esempio dire che un bambino dovrà avere un padre e una madre e non due papà o due mamme? Sarà ancora possibile dire che la natura ha creato il maschio e la femmina e non il genitore 1 e il genitore 2? 

Sono questi i punti che alimentano la preoccupazione del Vaticano. Una preoccupazione giustificata dalle decine di episodi di censura avvenuti all’estero e che sono stati causati proprio dall’opposizione a leggi simili a quelli della legge Zan: con professori cacciati dalle università per essersi opposti all’utero in affitto o per aver detto che “solo le donne partoriscono”. Casi di cronaca che hanno portato i detrattori della legge Zan a temere che il decreto, una volta diventano effettivo, possa tutelare i diritti di una minoranza ma calpestare quelli della maggioranza.

Una prospettiva messa in risalto dalla Chiesa, dalle forze politiche della destra e dai movimenti femministi che temono di perdere i diritti conquistati dopo anni di battaglie civili, con la donna ridotta a mero strumento di procreazione di bambini da vendere alla coppie omosessuali. Già adesso chi dice che una donna è un individuo e non un essere astratto senza identità viene violentemente messa a tacere, come è capitato a molte femministe, tra cui J.K. Rowling, l’autrice di Harry Potter, perseguitata per essersi detta donna e aver rifiutato la definizione di semplice “persona che mestrua”.

Continua a leggere su Fidelity News