Il sociologo che "profetizzò" la fine dell’URSS adesso prevede la fine dell’Ue

Il sociologo Emmanuel Todd, che aveva pronosticato la fine tragica del comunismo, è sicuro della precarietà dell'Unione Europea. Troppe differenze e per troppo tempo rendono impossibile il sogno europeo.

Il sociologo che "profetizzò" la fine dell’URSS adesso prevede la fine dell’Ue

Emmanuel Todd è il sociologo francese che nel xx secolo profetizzò la fine dell‘Unione Sovietica. Cosa che effettivamente avvenne nel 1991, due anni dopo la caduta del Muro di Berlino che segnò la fine della Guerra Fredda. Nei nostri giorni il sociologo ha pronunciato una seconda previsione, ipotizzando la fine anche dell’Unione Europea, che perde sempre più attrattiva agli occhi di politici, intellettuali, e cittadini comuni.

Per Todd, l’Unione Europea, nella quale l’Italia potrebbe contare sempre meno, è destinata ad andare incontro a un miserabile fallimento. Una previsione che l’intellettuale francese ha espresso nel suo libro “Breve storia dell’umanità”. E questa non è una buona notizia per quanti decantavano l’importanza di un’Europa fatta ormai solo di sfumature monetarie e sempre meno di vestigie popolari.

Emmanuel Todd, nel corso di un’intervista concessa al quotidiano teutonico Der Spiegel, ha argomentato il tutto con una sentenza sullo stato di salute dell’europeismo: “L’Ue diventa vittima della propria sacralizzazione e si sovrastima eccessivamente”Una sacralizzazione che molti continuano a osannare anche davanti agli evidenti disastri economici (vedi Euro e Troika) che stanno compiendo i burocrati di Bruxelles.

Secondo Todd, l’avversario più temibile per le istituzioni sovranazionali del Vecchio Continente abiterebbe negli ideologismi, perché l’Europa – stando alla teoria base del ragionamento del sociologo – è un concetto che ha tentato di attecchire su identità troppo distanti e differenti tra di loro. In altre parole, su distinzioni politiche, economiche e culturali, che hanno radici troppo lontane nei secoli, per poterle mettere insieme.

Todd pone l’accento sui gruppi sociali che, nel nostro continente, operano mediante substrati culturali ed antropologici dissimili. Un modo per dire che francesi, italiani, tedeschi, olandesi, finlandesi, svizzeri, bulgari e via discorrendo, hanno usi, costumi, culture, mentalità, lingue e leggi troppo differenti tra loro, per poter pensare di trovare un’unità politica che metta tutti d’accordo e getti le basi di un’Europa davvero unita.

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