Il silenzio imbarazzante di Roberto Saviano su Cesare Battisti: nel 2004 firmò l’appello in favore del terrorista

Lo scrittore, estremamente attivo sui social, non ha commentato la cattura di Cesare Battisti. Sul web, e non solo, il suo silenzio è stato definito imbarazzante.

Il silenzio imbarazzante di Roberto Saviano su Cesare Battisti: nel 2004 firmò l’appello in favore del terrorista

La bislacca quiete di Roberto Saviano, solitamente attivo sui social, ha scatenato il web, e non solo: in molti si stanno chiedendo come mai non abbia commentato la notizia del giorno, la cattura di Cesare Battisti.

Il motivo è che nel 2004 firmò un appello di vari intellettuali che chiedevano la scarcerazione del terrorista, all’epoca detenuto in Francia. Assieme a lui molte firme eccellenti, fra gli altri l’allora deputato dei Verdi Paolo Cento, Christian Raimo, Vauro, Valerio EvangelistiMassimo Carlotto, Tiziano Scarpa, Nanni Balestrini, Daniel Pennac, Giuseppe Genna, Giorgio Agamben, Girolamo De Michele, Lello Voce, Pino Cacucci, Sandrone Dazieri, Loredana Lipperini, Marco Philopat, Gianfranco Manfredi, Laura Grimaldi, Antonio Moresco, Carla Benedetti, Stefano Tassinari.

 L’appello dei firmatari

Secondo i firmatari del 2004, dal 1972 al 1989, Battisti aveva effettivamente rapinato, sparato, ucciso, ma, poiché nella latitanza parigina aveva scritto dei libri, che rappresentavano una straordinaria e ineguagliata riflessione sugli anni Settanta, non meritava di andare in galera. Battisti ha sempre sostenuto di non esser un assassino, di non aver mai voluto uccidere alcuno: chi proclama la sua innocenza afferma che il processo a suo carico sia stato stato condotto senza garanzie giuridiche, con confessioni estorte e pentiti reclutati. 

A differenza di Saviano non tutti hanno deciso di accartocciarsi in un rigoroso e vigliacco silenzio. Raimo, l’assessore alla Cultura del III Municipio di Roma, ha riproposto ad oltranza il suo pensiero su Facebook: “Ho firmato quattordici anni fa un appello per la liberazione di Cesare Battisti. Ho conosciuto a parenti di quelle che sarebbero le vittime di Cesare Battisti, ascoltato il loro dolore. Ho letto alcuni romanzi di Cesare Battisti e non mi sono mai piaciuti. Non ho mai festeggiato per la galera a qualcuno. Per me l’ergastolo andrebbe abolito, per me andrebbero abolite le galere”. A mezzo stampa ha dichiarato che l’appello del 2004 non lo si può che definire sbagliato.

La retromarcia di Vauro

Franco Piperno, Lanfranco Pace, Adriano Sofri, Valerio Morucci, Barbara Balzerani, Paolo Persichetti, Oreste Scalzone, sono rimasti arroccati nel loro mutismo. Paolo Cento ha sentenziato perentorio che si fa troppa propaganda su una vicenda che dovrebbe essere ricondotta al suo alveo naturale: secondo il politico Battisti deve scontare la condanna avulso dallo spirito di vendetta imperante.

Anche Vauro ha dovuto fare retromarcia: “Mi assumo tutta la responsabilità politica e morale della mia firma sotto l’appello per Cesare Battisti del 2004.” Una persona, della quale non intende fare il nome, apportò la sua firma, dando per scontata la sua adesione: “Avrei dovuto ritirarla al tempo e non lo feci per colpevole superficialità e malinteso senso di amicizia.” 

A rigor di cronaca due anni dopo la suddetta firma Saviano, che aveva raggiunto la fama con il romanzo ‘Gomorra’, sostenne che qualcuno segnalava la sua firma in un appello per Cesare Battisti: “E’ finita lì per chissà quali strade del web e alla fine di chissà quali discussioni di quel periodo. Qualcuno mi mostra quel testo, lo leggo, vedo la mia firma e dico: non so abbastanza di questa vicenda. Chiedo quindi di togliere il mio nome, per rispetto a tutte le vittime”.

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