La pandemia sta avendo sempre di più straschi giudiziari. L’uno contro l’altro, appassionatamente. Da una parte i no-vax che minacciano di sequestrare politici e di sobillare le piazze, dall’altra i provax che condannano la riluttanza dei detrattori dei vaccini, ritenendoli pericolosi per la comunità. Capita così che il senatore Pierpaolo Sileri venga querelato dal deputato Andrea Colletti per istigazione alla violenza contro i no-vax per aver promesso di rendere impossibile la vita ai non vaccinati. Parole intepretate come una minaccia, come se non bastassero le accuse lanciate al governo di usare i Green Pass come i nazisti usavano le certificazioni che attestavano l’appartenenza alla pura razza ariana.
Il Covid non uccide soltano: crea schieramenti, contrappone eserciti, genera conflitti, alimenta rivalità, come una partita a dama: pedine nere contro pedine bianche. Chi la spunterà? Per adesso i dati dicono che la stragrande maggioranza degli italiani si è sottoposta al vaccino, non solo per contrapporre uno scudo contro il virus, ma perché senza Green Pass rischi di finire ghettizzato un lebbroso. Resta però ancora una minoranza di irriducibili detrattori che di vaccinarsi non ne vogliono sentir parlare. E non perché convinti che il Covid sia innocuo, ma perché mossi dalla convinzione che la loro libertà sia minacciata da una fantomatica dittatura sanitaria promossa poteri occulti intenzionata a decimare l’umanità perché, come p noto, siamo troppi su questa Terra, come tappi della birra, come cantava Adriano Celentano.
L’atto d’accusa contro il vice di Roberto Speranza è stato depositato al Tribunale di Roma nelle ultime ore. Sotto accusa le frasi pronunciate da Sileri durante una trasmissione televisiva: “Cari novax, per tutelare gli italiani, vi renderemo la vita difficile, come stiamo facendo. Perché il non vaccinato e chi non rispetta le regole è pericoloso”. Parole che hanno provocarono reazioni isteriche sui social network da parte dei no-vax, perché in questo Paese ogni scusa è buona per usare il web come valvola di sfogo di frustrazioni represse. Ma era prevedibile. Meno prevedibile era che la cosa finisse in tribunale, diventato terreno di scontro di ideologie contrapposte tra chi considera i no-vax un pericolo pubblico e chi accusa il governo di regime autoritario. Toccherà al pm decidere se procedere o meno con le indagini e l’eventuale inizio del processo.
Ma l’atto di sicuro c’è. “L’intento di tale affermazione, riferita da un esponente del governo, in considerazione delle concrete circostanze di tempo e di luogo, era chiaramente volto ad ingenerare timore in chi risulti esserne il destinatario”, si legge nella querela. E ancora: “I soggetti destinatari, con la frase pronunciata dal Dott. Sileri, hanno subìto un effetto intimidatorio volto a coartare la loro libertà morale e psichica di scelta”. Il dito viene puntato contro la possibilità di scelta dei cittadini di sottoposti al vaccino o meno. Che sarebbe un po’ come dire che i cittadini hanno il diritto di decidere se premunirsi contro il virus o finire intubati in qualche ospedale.
Un’azione che non vuole essere simbolica. Anzi. “È un atto politico”, rivendica Colletti. “Raramente un esponente del governo minaccia una classe, in questo caso da intendere come classe sanitaria, di cittadini di non farli più vivere serenamente. La querela dimostra che c’è qualcuno che si oppone. Bisogna evidenza che in questo caso può configurarsi anche incitazione all’odio nei confronti dei no vax. È questo che accade quando qualcuno viene considerato un pericolo pubblico, odio sanitario”. Così, conclude il parlamentare di Alternativa che, come tutti i politici, strumentalizza la pandemia per raccattare un pugno di voti sulla pelle di chi, a causa del Covid, è finito al cimitero.