Dopo un lungo dibattito, fatto di confronti costruttivi alternati a colpi bassi, il Senato ha cancellato il reato di clandestinità, con 182 voti favorevoli, 16 contrari e 7 astenuti.
Il governo, con questa mossa, trasforma la clandestinità da reato ad illecito amministrativo.
Qualora non dovessero essere rispettati i provvedimenti amministrativi in materia, come l’espulsione o l’obbligo di presentarsi alle autorità in Questura, allora sarà ancora valida la valenza penale.
Quindi al primo ingresso in Italia, non si commette più reato di clandestinità, ma se a seguito di un’espulsione si tenta di nuovo l’accesso verrà commesso reato, con pene conseguenti.
Approvata la cancellazione della Camera Alta con 182 voti a favore 16 contrari e 7 astenuti. L’emendamento del governo lo trasforma in illecito amministrativo.
Positivo il riscontro delle associazioni in favore degli immigrati che definiscono questa depenalizzazione un passo in avanti verso un trattamento più umano e democratico. La norma secondo questi esponenti non andava a colpire fatti criminali, ma status sociali di disagio ed emarginazione.