Il ministro Garavaglia: "Mancano 250mila lavoratori stagionali per colpa del reddito di cittadinanza"

Con l'inizio dell'estate tornano le polemiche sulla difficoltà delle imprese di reperire personale stagionale. Per il ministro del Turismo la causa è la misura economica dei Cinque Stelle

Il ministro Garavaglia: "Mancano 250mila lavoratori stagionali per colpa del reddito di cittadinanza"

Sta per iniziare la stagione estiva e, come sta capitando negli ultimi tempi, gli imprenditori lamentano la difficoltà di reperire personale nel settore del turismo. Quest’anno mancano 250mila stagionali da impiegare per tre mesi e da lasciare a casa per gli altri nove. Un numero elevato che, secondo il ministro del Turismo Massimo Caravaglia, sarebbe causato dal reddito di cittadinanza, origine di tutti i mali del’Italia.

Le dichiarazioni di Garavaglia hanno già sollevato le prime polemiche tra chi ha introdotto la misura e chi la vorrebbe abolire. Un film già visto e rivisto a ogni apertura dell’estate. Non ci sono cuochi, camerieri, baristi, bagnini, lavapiatti e compagnia bella? La colpa è del reddito di cittadinanza elargito a chi è in difficoltà economica senza per questo essere cuochi, camerieri, baristi, bagnini, lavapiatti e compagnia bella.

Le parole di Caravaglia fanno seguito a quelle di Flavio Briatore che ha criticato la misura pentastellare proponendo di bloccarla da aprile a ottobre. Cioè, giusto il tempo dell’apertura e della chiusura del Billionaire di Porto Cervo. Briatore ha affermato di pagare bene i suoi dipendenti, dai 1800 euro in su. Omettendo però di dire per quale motivo un giovane dovrebbe rinunciare a 1800 euro per 500 o 600 euro.

Massimo Garavaglia condivide le critiche di Fratelli d’Italia sul reddito di cittadinanza, considerato rovinoso per l’economica italiana, dato che scoraggerebbe i giovani alla ricerca di un lavoro. Una critica che non trova riscontro nei numeri che parlano di un esercito di ragazzi che preferisce trasferirsi all’estero per lavorare piuttosto che accettare contratti precari, lasciando l’Italia nelle mani di vecchi e immigrati.

“Sono a conoscenza del problema e condivido circa l’evidenza di rivedere il reddito di cittadinanza in modo di agevolare la reintroduzione dei disoccupati nel mondo del lavoro, piuttosto che fornire loro una fonte di reddito non finalizzata a tale scopo”, ha dichiarato il ministro, che poi ha aggiunto: “Secondo i dati attualmente ci sono ampi margini di recupero di rapporti di lavoro, proprio nel settore del turismo”.

Il ministro non ha dubbi sul perché le imprese non riescano a reperire 250mila lavoratori stagionali: incide il reddito di cittadinanza che sarebbe preferibile a tre mesi o quattro mesi di lavoro, magari sottopagati, a fronte di un assegno minimo ma continuo. Per il capo del dicastero ci sarebbe anche chi preferisce fare tre giorni a chiamata e non andare oltre proprio per non perdere il sussidio statale, affermando che l’Italia non può permettersi di avere una disoccupazione elevata mentre mancano 250mila posti di lavoro.

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