Il M5S teme la Caporetto elettorale e indice un election day

I grillini, in visibile calo dei consensi, preparano un emendamento che porterà loro ad accorpare le Regionali con le Europee, così da non restare alla finestra a guardare.

Il M5S teme la Caporetto elettorale e indice un election day

Il Movimento Cinque Stelle ha capito che intorno a sé tira una brutta aria. L’ultima protesta proprio ieri, con i conducenti dei mezzi pubblici di Roma che, dopo la legge che obbliga loro a rientrare in deposito dopo ogni corsa, hanno bruciato una bandiera grillina e insultato il ministro Toninelli, intonando un assordate “buffoni, buffoni”.

Il quartier generale dei Cinque Stelle adesso è preoccupato. Tanto che si è parlato anche di un commissariamento di Giggino Di Maio da parte di Grillo. Il comico-politico che vede i consensi per il suo partito scendere come le braghe, mentre la Lega e i partiti di centrodestra cominciano ad avere una impennata di consensi.

Le prossime elezioni europee saranno decisive. C’è la probabilità, nemmeno tanto remota, che la destra italiana faccia incetta di voti a Strasburgo, mentre ai partiti della sinistra, di cui fanno parte anche i pentastellati, non resterà che affacciarsi alla finestra a guardare come il centrodestra deciderà le sorti del vecchio continente.

Ed ecco allora che i grillini provano a correre ai ripari. Vogliono accorpare le Regionali in Sardegna, Piemonte, Abruzzo e Basilicata per condizionare la consultazione per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo. Così, con un emendamento in manovra, spunta l’idea di indire un election day.

Il testo dell’emendamento è questo: “Al fine di garantire la più elevata partecipazione dei cittadini alla vita politica, gli organi che scadono nel primo semestre dell’anno sono rinnovati nel turno primaverile, che si tiene in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. Qualora in un turno elettorale si debbano svolgere le elezioni europee, la data del turno è stabilita nella stessa data“.

In altre parole, i grillini vorrebbero rivotare i loro organi amministrativi prima delle elezioni europee che si terranno a maggio 2019. Così da mobilitare folle di cittadini che ancora credono nelle loro mirabolanti promesse e conquistare i voti necessari per negoziare i seggi da assegnare al Parlamento Europeo. Ammesso, però, che qualcuno creda ancora in loro.  

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