Il Fatto Quotidiano continua la petizione contro Berlusconi al Quirinale. Raccolte finora 260mila firme

Il giornale di Marco Travaglio e Peter Gomez non vuol sentir parlare di Silvio Berlusconi presidente della Repubblica. E dalle firme finora raccolte, pare che non lo vogliano nemmeno gli italiani

Il Fatto Quotidiano continua la petizione contro Berlusconi al Quirinale. Raccolte finora 260mila firme

Il Fatto Quotidiano continua la raccolta firme per dire no a Berlusconi al Quirinale, e la petizione promossa ha raccolto finora 260mila firme tra i cittadini. Per Marco Travaglio e Peter Gomez, Berlusconi non può insediarsi al Colle a causa del suo passato a dir poco discutibile.

Il Fatto Quotidiano ha infatti elencato tutte le magnagne del Cavaliere. Tanto per cominciare, ha definito Berlusconi garante della corruzione e della prostituzione; un individuo che ha violato la Costituzione prima e dopo il suo ingresso in politica. Ha accusato il leader di Forza Italia di aver messo i suoi interessi privati al di sopra di quelli pubblici, calpestando per tre volte, da presidente del Consiglio, la legalità, la giustizia, l’uguaglianza, la dignità delle donne, la libertà di stampa, l’indipendenza della magistratura e il libero mercato, con leggi fatte su misura per favorire le sue aziende, molte delle quali-partendo dalla Fininvest-erano sull’orlo del fallimento.

Da imprenditore ha occulato enormi fortune sui paradisi fiscali, facendoli sparire dai radar del fisco. Denaro usato anche per corrompere politici come Bettino Craxi, che ha fatto molte leggi a favore di Berlusconi, permettendogli di espandersi all’infinito in un settore, quello televisivo, che il Cavaliere ha avviato occupando abusivamente l’etere.Ha corrotto gli agenti della guardia di finanza che, ogni qualvolta entravano negli uffici della Fininvest, vi uscivano con gli occhi bendati e le tasche piene di contanti. Ha corrotto il giudice Vittorio Metta nel lodo Mondadori, scippando la più importante casa editrice italiana al legittimo assegnatario: Carlo De Benedetti. Ha corrotto pure testimoni come Mills, che nei tribunali dichiaravano il falso per tirare l’inquilino di Arcore fuori dai guai.

È stato condannato in via definitiva per frode fiscale, sentenza che lo ha reso di fatto un pregiudicato. Adesso è indagato per sfruttamento della prostituzione minorile. E, da pregiudicato, pretende di essere capo dello Stato e, nello stesso tempo, capo di quella magistratura che lo sta indagando e che dovrebbe giudicarlo. Ha abusato dei pubblici poteri per far approvare dal Parlamento oltre 60 leggi ad personam, alcune bocciate dalla Consulta perché incostituzionali, mentre ha elevato il conflitto d’interessi a sistema.

Ha sdoganato i peggiori valori morali con i suoi festini a luci rosse. Ha trasformato i palazzi del potere nel trampolino di lancio per olgettine senza vergogna ed è stato promotore di leggi fatte su misura per i suoi amici imprenditori. Ha coperto di vergogna gli italiani con sceneggiate e pagliacciate in giro per il mondo. Ha trascinato l’Italia in due guerre contro l’Afghanistan e l’Iraq. Ha epurato giornalisti a lui sgraditi. Ha usato i suoi manganelli mediatici per calunniare i magistrati, oltre agli oppositori che ostacolavano i suoi disegni eversivi.

Il suo braccio destro Cesare Previti è stato condannato per corruzione giudiziaria. Mentre il suo braccio sinistro, Marcello Dell’Utri, è stato condannato per concorso esterno in mafia, presentandosi come collante tra Berlusconi e Cosa Nostra, la quale aveva insediato ad Arcore Vittorio Mangano per mantenere i contatti affaristici tra le due sponde. Per queste ragioni, conclude, il Fatto Quotidiano, “chiediamo a tutti i parlamentari di non votarlo alla Presidenza della Repubblica. Anzi, di non parlarne proprio. E, se possibile, di non pensarci neppure”.

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