Il conto corrente di Matteo Renzi pubblicato sul web

Il Fatto Quotidiano ha pubblicato sulla rete i guadagni che Renzi ha incassato in un anno grazie alle sue attività extraparlamentari. La Procura di Firenze indaga. Lui si difende.

Il conto corrente di Matteo Renzi pubblicato sul web

Il Fatto Quotidiano, qualche giorno fa, ha pubblicato l’elenco delle società che hanno pagato oltre 2 milioni e mezzo di euro (per la precisione 2.644.142,48) a Matteo Renzi per le sue prestazioni professionali. I versamenti sono elencati negli atti dell’inchiesta della Procura di Firenze sulla Fondazione Open. Questo è quanto scritto negli atti della Procura: 

“Tra gli allegati alla segnalazione per operazioni sospette, risulta accluso l’estratto, dal 14 giugno 2018 al 13 marzo 2020, del conto corrente (…) Bnl – filiale Senato Roma, intestato a Matteo Renzi”. La lista dei bonifici in entrata è lunga: “Dalla disamina dell’estratto conto – scrivono le Fiamme Gialle –, si rilevano: in avere per complessivi 2.644.142,48 euro”. E poi aggiungono: “In dare, uscite per 2.543.735,66 euro, di cui 1.221.009 sono bonificati verso altro rapporto intestato allo stesso Renzi”.

Le entrate di Renzi dal 2018 al 2020 sono state riassunte in una tabella, titolata “Conto Corrente”. Una lunga lista di ricavi incassati da società pubbliche e private che hanno usufruito delle consulenze del leader di Italia Viva. Ciò che è stato pubblicato è relativo solo alle entrate delle attività extraparlamentari di Matteo Renzi, quelle che lui è fiero e contentissimo di svolgere nonostante ricopra una carica pubblica, quella di senatore, per la quale è già pagato profumatamente. Gli oltre 2,5 milioni di euro sono il compenso di quelle attività che Renzi non ha mai negato e di cui si è detto più volte orgoglioso di svolgere:

“Svolgo attività previste dalla legge ricevendo un compenso sul quale pago le tasse in Italia. La mia dichiarazione dei redditi è pubblica. Tutto è perfettamente legale e legittimo”. 

Dopo la pubblicazione dell’estratto conto, Renzi ha rilasciato dichiarazioni stizzite, probabilmente perché innervosito dal fatto che l’opinione pubblica sia venuta a conoscenza di quanto gli abbia fruttato l’attività da lui sottratta al lavoro di senatore. Come è evidente in base alle sue dichiarazioni, per Matteo Renzi l’etica è un concetto risibile, forse inesistente. Infatti, in base a quanto più volte da lui sostenuto, ciò che è buono e ciò che è sbagliato è governato solo dalle norme del codice civile e del codice penale. Se una legge “ancora” non vieta una cosa, lui la fa comunque per il suo tornaconto personale, anche se tale cosa è sconveniente e/o inopportuna.

È normale? No. Per i detrattori, le attività extraparlamentari di Renzi, generano conflitti d’interessi e rubano ore al lavoro per cui è stato eletto dai cittadini. Renzi, naturalmente, è solo un esempio. Le stesse considerazioni sono da estendere a chiunque, eletto in Parlamento o in un Consiglio Regionale, agisca alla stessa maniera. In ogni caso, l’indignazione di Renzi, causata da un giornale che ha fatto il proprio mestiere, è la rabbia di chi è stato smascherato e che non vuole ammettere le proprie responsabilità.

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