Il Consiglio dei Ministri approva il Decreto Sicurezza bis. Stop alle Ong e aiuti alla polizia

Via libera del Cdm al decreto voluto da Salvini. Confische e multe alle navi che violano i blocchi. Inasprite le pene per chi aggredisce le forze dell'ordine.

Il Consiglio dei Ministri approva il Decreto Sicurezza bis. Stop alle Ong e aiuti alla polizia

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva le norme del Decreto Sicurezza bis, quello che da più parti era stato addirittura bollato come l’anticamera delle nuove leggi razziali. Nulla di tutto questo, ovviamente, solo un elenco di leggi e di regole che, come sostiene Matteo Salvini, servirà per garantire maggiore sicurezza al Paese, nel rispetto dei diritti costituzionali.

Un’ampia parte del decreto riguarda il contrasto all’immigrazione clandestina. Le norme serviranno infatti per fermare definitivamente le navi delle Ong-italiane e stranieri-che, dopo aver recuperato i profughi al largo della Libia, puntano diritto verso l’Italia, violando ordini, direttive, regolamenti, buon senso e “posti di blocco” indetti da capitanerie di porto e guardia di finanza.

L’articolo 1 del decreto prevede che il Viminale potrà “limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica”. Chi viola queste regole andrà in contro a multe pesantissime, che vanno dai 10mila ai 50mila euro, e alla confisca della nave.

Il Decreto Sicurezza bis prevede anche un rafforzamento di agenti sotto copertura, una sorta di 007 incaricati di infiltrarsi tra i trafficanti di uomini così da stroncare sul nascere i flussi migratori. Una strategia che servirà anche per bloccare i cosiddetti “barconi fantasma”, ovvero i barconi che approdano clandestinamente sulle spiaggie italiane non opportunamente controllate dalle forze dell’ordine.

Una seconda parte del provvedimento contempla aiuti concreti per sostenere le forze dell’ordine impegnate a garantire la sicurezza nelle strade del Paese, inasprendo le pene per chi aggredisce i poliziotti nel corso di manifestazioni di piazza, o durante normali controlli che, in più di un’occasione, hanno visto clandestini aggredire e ferire gli agenti per poi essere scagionati il giorno dopo.

“Gli episodi di violenze devono prevedere un concreto pericolo per le persone – assicura Salvini – la libertà di pensiero degli italiani non verrà mai messa in discussione. Ma non penso che la libertà di pensiero passi per strumenti come petardi, mazze e bastoni”. E vorremmo aggiungere anche attraverso proiettili inviati in busta e minacce di morte scritte sui muri delle città italiane.

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