L’Italia ha finalmente ricevuto un meritato elogio già al primo esame del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, in merito al problema del sovraffollamento delle carceri. Il Consiglio ha riconosciuto i risultati ottenuti dall’Italia, e ha deciso di ridiscutere il problema carceri in nuova sede, precisamente nella nuova riunione del 2015, dopo aver analizzato i progressi raggiunti durante l’anno in corso.
Da discutere quindi la sentenza Torreggiani, in cui era stata condannata per le cattive condizioni in cui versavano le carceri, e in particolare per la situazione di sette detenuti rinchiusi in condizioni sovrumane e che aveva messo in agitazione i controlli. La nuova fiducia che il Consiglio ha dato all’Italia non deve far arrestare i miglioramenti finora ottenuti, ma anzi deve spronare il paese a vigilare sulle condizioni delle carceri ancora più di prima.
L’allarme c’è, perché la situazione è davvero drammatica. E’ questa la dichiarazione fatta dal vicepresidente del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura), Michele Vietti, che sul riconoscimento arrivato da Strasburgo, invita l’Italia a riflettere e ad analizzare con cura le possibili soluzioni per sbloccare la grave situazione.
I miglioramenti ottenuti sono solo un punto di partenza, aggiunge invece il ministro Orlando, e questo è solo l’inizio di un cammino in cui l’Italia sarà protagonista di un capitolo nuovo in materia, con riforme adeguate per sostenere i diritti umani anche dietro le sbarre. C’è tanto da fare, ma l’impegno preso da questo governo è fermo e deciso, e sembra gettarsi alle spalle luci e ombre del passato. La riforma della giustizia deve assicurare ai prigionieri dignità e diritti e per farlo l’intero sistema deve essere stravolto; nuove norme e controlli rigorosi sono necessari, affinché si riesca a cambiare le cose.