Il 1 Novembre in Turchia si terranno le elezioni per il presidente. Il candidato premier Ahmet Davutoglu, fedele alleato dell’attuale presidente Erdogan e presidente ad interim per il partito islamico Akp, ha dichiarato “Vi faremo avere un lavoro, una casa ed una moglie”. Questa affermazione deriva in particolar modo dal suo partito e dai suoi oppositori in quanto, come detto de Davutoglu stesso durante un comizio, “l’Akp vuole che la gente di questo posto si riproduca”.
Volendo, quindi, appoggiare questa ideologia dice che qualora non si fosse capaci di trovare una moglie da sé bisognerebbe per prima cosa chiedere ai genitori, che diligentemente provvederanno a cercare una donna adeguata, e se non dovessero riuscirci allora ci si può rivolgere direttamente ai membri del partito Apk che certamente troveranno una donna adatta alle esigenze del richiedente.
Ovviamente ha ricevuto quasi una standing ovation, facendo capire che resta ancora il favorito per questa elezione. Tutto questo fa pensare a come la donna sia ancora considerata il mezzo con il quale si ottiene un erede in molti paesi del mondo. La religione c’entra poco, anche cristiani, in molti paesi, pensano alla donna come un oggetto.
Ogni giorno si contano decine e decine di matrimoni con bambine di 10 anni (anche meno!) con uomini di anche oltre 50 anni. Tantissimi, intorno al migliaio, sono i matrimoni combinati per avvantaggiare le ricchezze delle famiglie degli sposi o mantenere il buon nome di nobili. Il primo Novembre si vedrà se Davutoglu sarà presidente e se manterrà fede alle sue promesse o le dimenticherà una volta seduto in Parlamento. Per una volta sarebbe meglio che accadesse proprio questo: non mantenere le promesse fatte durante i comizi, o almeno mantenerne solo alcune come il lavoro e la casa.