Il banchiere tedesco ammonisce l’Italia: "Deve cedere sovranità all’Europa"

Il governatore della Bundesbank, Jeans Weidmann, avverte: "Se vogliamo essere liberi di decidere a livello nazionale, come fa l'Italia, sarà difficile condividere le responsabilità delle decisioni nazionali".

Il banchiere tedesco ammonisce l’Italia: "Deve cedere sovranità all’Europa"

Il governatore della Banca Centrale Tedesca, Jeans Weidmann, non vuole sentir parlare di un’Europa con due monete. Intervenuto in un convegno, ha bacchettato chi, come l’Italia, cerca di difendere la propria sovranità nazionale, rigettando l’idea di delegare il proprio potere a una casta di eurocrati che siede nelle stanze avulse di Bruxelles.

L’unico senso in cui si può parlare di Europa a due velocità – ha precisato Weidmann – è facendo riferimento ai Paesi che hanno scelto di avere la moneta comune e chi invece ha deciso per il momento di restarne fuori. Chi ha scelto l’euro è tenuto al rispetto di obblighi superiori e ha dovuto rinunciare allo strumento della svalutazione competitiva”.

Il riferimento è chiaramente all’Italia, che da anni si mostra scettica sulla necessità di restare nell’Eurozona. Le difficoltà politiche che videro Mattarella bocciare il governo Conte per frenare la scalata al ministero dell’Economia di Paolo Savona – nemico dell’euro – fu una dimostrazione dell’insofferenza che l’Italia cova verso la moneta unica europea.

Ciononostante, Weidmann predica un solo vangelo: le nazioni dell’UE dovranno ridurre ancora di più la loro sovranità per delegare le decisioni politiche ed economiche al potere sovrannazionale europeo. Il suo sogno è, tanto per iniziare, quello di avere un ministro unico delle Finanze Ue e una trasformazione dei poteri tra Bruxelles e le varie capitali.

“Se non siamo pronti a cedere sovranità all’Ue perché vogliamo essere liberi di decidere a livello nazionale come fa l’Italia – ha detto il banchiere tedesco – sarà difficile condividere le responsabilità delle decisioni nazionali; e queste decisioni nazionali prese a livello individuale dai Paesi dovranno essere conformi all’Unione monetaria”.

Weidmann, quindi, chiude all’idea di un’Europa a due velocità, con due monete e divise nelle politiche nazionali. E la chiude pure a quelle nazioni, come l’Italia, dove i nazionalismi e i sovranismi avanzano con rullo compressore verso le prossime elezioni europee. Tanto che la stessa Germania ha in serbo un “Piano B” in caso di fine dell’euro.

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