I magistrati: "Salvini è un pericolo". Lui: "Fate schifo"

Matteo Salvini ha insultato i magistrati definendoli una "schifezza", e dalla giustizia si sono levate voci di forte condanna nei confronti delle sue parole: "Salvini parla in maniera pericolosa".

I magistrati: "Salvini è un pericolo". Lui: "Fate schifo"

E’ scontro tra Matteo Salvini e la Magistratura italiana, dopo le dichiarazioni infervorate del leader del Carroccio indirizzate proprio ai magistrati. Salvini in una recente apparizione pubblica, aveva affermato che la Magistratura in Italia fosse letteralmente “Una schifezza“.

Le parole del segretario di Lega Nord sono arrivate all’indomani della decisione dei magistrati stessi di rinviare a giudizio Edoardo Rixi, vicesegratraio leghista nonché assessore della Regione Piemonte, coinvolto nello scandalo “Rimborsopoli“.

Alle parole bollenti di Matteo Salvini hanno risposto Giovanni Canzio, primo presidente della Corte di Cassazione, e Pasquale cioccolo, procuratore generale. “Delegittimare un potere dello Stato con parole offensive e denigratorie fa molto male alla nostra democrazia“, ha affermato Canzio.

Dello stesso avviso anche Ciccolo, il quale ha tentato di stemperare gli animi, suggerendo che le parole del leader leghista siano a tutti gli effetti un “pericolo” e “attacchi indiscriminati e gratuiti, che rischiano di incidere nella fiducia dei cittadini nella funzione giurisdizionale“.

Salvini ha risposto a queste critiche ostentando la solita “signorilità” che ha sempre contraddistinto ogni sua uscita sin dai primissimi esordi, pubblicando un post sulla sua pagina Facebook nel quale ha dichirato: “Amici scappate subito da questa pagina!! Matteo Salvini è un pericolo per la democrazia. Sticazzi! Sono un PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA“.

Il dibattito per alcuni ha già riacceso lo scontro tra Politica e Giustizia che, nel recente passato, ha contraddistinto le avventure alla guida del Paese di Silvio Berlusconi. Sebbene i toni utilizzati dal leader del Carroccio, pur seguendo lo stesso falso copione di quelli dell’ex Cavaliere, abbiano preso forma in maniera decisamente più puerile e vernacolare.

Curiosamente, la polemica è nata proprio mentre un altro “pezzo da 90” di Lega Nord, ovverosia quel Fabio Rizzi braccio destro di Roberto Maroni, è stato arrestato per corruzione per aver manipolato l’assegnazione di appalti nell’ambito della Sanità pubblica e privata.

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