Lo abbiamo imparato a conoscere, e bene anche, durante la pandemia di Covid-19 e per diverse volte è stato rinnovato durante l’emergenza sanitaria ancora tutt’ora in corso. Stiamo parlando dello stato di emergenza. Il Consiglio dei Ministri di oggi pomeriggio, 25 febbraio, presieduto dal Premier Mario Draghi, ha stabilito infatti che per i prossimi 3 mesi nel nostro Paese sarà reintrodotto lo stato di emergenza, legato questa volta alla crisi della guerra in Ucraina.
Si tratta di una misura necessaria, che, lo precisiamo, non prevede nessuna restrizione alle libertà personali, ma è un provvedimento che serve a supportare l’intervento di aiuto all’estero nei confronti della popolazione ucraina. L’Italia fa parte infatti del contingente Nato, il quale si sta rafforzando nei territori ad Est dell’Ucraina, questo per proteggere anche gli alleati che si trovano in quella zona d’Europa. Precisiamo inoltre che, al momento, non è previsto nessun intervento militare della Nato e dei suoi Alleati all’interno del territorio ucraino, per cui non ci sarà nessuno scontro i russi.
Finanziamenti a impegno Nato
Il Consiglio dei Ministri ha anche approvato un pacchetto di misure che serviranno all’Italia per finanziare misure di prevenzione nei confronti del personale a lavoro nelle ambasciate italiane all’estero e circa 200 milioni di euro per aumentare l’impegno militare italiano all’interno dello stesso contingente Nato.
“Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza per intervento all’estero in conseguenza degli accadimenti in atto nel territorio dell’Ucraina” – così si legge nella nota stampa inviata da Palazzo Chigi ai media italiani.
La situazione in Ucraina si fa sempre più pesante, con i russi che ormai sono arrivati a Kiev. Si teme che nel giro di qualche ora, massimo nei prossimi giorni, la capitale ucraina possa capitolare e cadere in mano ai russi, che potrebbero instaurare un governo fantoccio e quindi filorusso. La tensione rimane altissima, i bombardamenti sul’Ucraina e su Kiev in particolare continuano.