Golpe in Egitto, destituito il presidente Mohamed Morsi

Colpo di stato delle forze armate, il presidente Mohamed Morsi viene destituito, mentre in piazza Tahir esplode la festa. La road map: “Costituzione sospesa e nuove elezioni”

Golpe in Egitto, destituito il presidente Mohamed Morsi

Il Golpe dei militari è arrivato. L’esercito destituisce e pone agli arresti domiciliari il presidente Mohamed Morsi che, prima dello scadere dell’ultimatum delle forze armate, ha proposto un governo di coalizione, soluzione non accettata dall’opposizione.

Il ministro della Difesa egiziano Abdel Fattah el Sissi ha affermato che “malgrado i tentativi delle forze armate di spingere al dialogo e allentare la tensione, il presidente Morsi non ha risposto alle domande della gente” ed ha annunciato la road map caratterizzata dalla sospensione della costituzione, poteri presidenziali al presidente della corte costituzionale e governo di tecnici, poi nuove elezioni.

La notizia della caduta di Morsi e della road map è stata accolta con un boato da piazza Tahrir, dove sono esplosi fuochi d’artificio. “Il popolo e l’esercito sono una sola mano”, lo slogan intonato dagli oppositori del presidente Mohamed Morsi.

L’esercito ha inoltre annunciato che si terranno elezioni anticipate in una data che verrà stabilita dal governo provvisorio.

Le forze di sicurezza egiziane hanno disposto il divieto di espatrio per il presidente del Paese, che si era insediato un anno fa. Stessa sorte per molti leader del partito dei Fratelli musulmani.

Nel frattempo nella crisi egiziana intervengono gli Stati Uniti, che si dicono “estremamente preoccupati”, invitando entrambe le parti ad avviare negoziati per raggiungere una soluzione pacifica. Il segeretario alla Difesa Chuck Hagel ha parlato due volte con il collega egiziano, generale Abdel Fattah el Sissi, mentre il portavoce del Pentagono George Little ha ribadito che gli Stati Uniti sostengono il processo democratico in Egitto e auspicano una soluzione pacifica.

 

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