Giornalista sospeso per aver invitato Salvini al suicidio

Matteo Salvini è preda di un violento post su Facebook da parte del giornalista di Radio1, Fabio Sanfilippo. La Rai non tarda ad emanare una sospensione cautelativa.

Giornalista sospeso per aver invitato Salvini al suicidio

Fabio Sanfilippo è un giornalista di Radio1: lo scorso 4 settembre ha pubblicato un post Facebook all’interno del quale esprimeva il suo odio nei confronti del leader della Lega, Matteo Salvini, avanzando contro di lui commenti e parole molto pesanti.

Il segretario della Vigilanza Rai e deputato della Lega, Massimiliano Capitanio, ha dunque deciso di presentare un quesito in commissione parlamentare di Vigilanza Rai per la verifica dei contenuti del post in questione. Egli ha affermato: “Èchiaro che frasi del tipo ‘tempo sei mesi ti spari nemico mio’ vanno ben oltre la libertà di espressione e di critica. Se poi a scrivere certe nefandezze è un giornalista del servizio pubblico radio-televisivo nei confronti di un ministro e parlamentare della Repubblica e, cosa ancor più riprovevole, della sua famiglia, la questione assume contorni più inquietanti. 

Salvini, dal canto suo, in tutte le sue dichiarazioni in merito all’argomento, ha preferito mantenere un tono diverso: “Su, dite, scrivete e insultate come volete, sono abituato, ma quando tiri in ballo i bimbi io mi inc… come una bestia e divento cattivo.” . E aggiunge: Sono felice di rispondere con il Vangelo: amate i vostri nemici e fate del bene a chi vi odia”.

Proprio per questo motivo la Rai in questi giorni ha valutato l’idea di una sospesione cautelativa per il giornalista, affermando inoltre che a breve verrà emanata una disposizione a proposito dell’utilizzo corretto dei social rivolto a tutti i dipendenti dell’emittente pubblica italiana.

Lo stesso Matteo Renzi, ex-leader dell’opposizione, ha voluto esprimere la propria solidarietà nei confronti di Matteo Salvini e della propria famiglia, asserendo che per lui la politica non può divenire barbarie e ribadendo che tutti coloro che sono pagati con i soldi dei cittadini devono obbedire a delle regole non scritte e pertanto devono fare attenzione ai toni che utlizzano.

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