Generale Vannacci show: "classi separate per i disabili, l’aborto è un’infelice necessità"

Il generale Vannacci, che è stato candidato alle Europee con la Lega, ha auspicato classi separate per i disabili, affermato che per lui l'aborto non è un diritto, ma un'infelice necessità, ed ha dichiarato che l'antifascismo non ha senso.

Generale Vannacci show: "classi separate per i disabili, l’aborto è un’infelice necessità"

Continua a far parlare di sé per le sue posizioni estreme il generale Roberto Vannacci, recentemente scelto come un candidato alle Europee con la Lega, che ha parlato a ruota libera in una intervista con la Stampa nella quale ha parlato delle sue opinioni su temi come il fascismo, l’omosessualità, l’aborto e l’istruzione.

Fanno parlare in particolare le sue opinioni su quest’ultimo tema, che hanno fatto esprimere il dissenso anche dai membri della maggioranza. Vannacci vorrebbe vedere scuole pubbliche puù severe, e auspica classi separate per i disabili. “Credo che delle classi con “caratteristiche separate aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare“, ha detto.

Non è discriminatorio“, ha spiegato. “Per gli studenti con delle problematiche mi affido agli specialisti Un disabile non lo metterei certo a correre con uno che fa il record dei cento metri“.  Successivamente è arrivato il dietro front, in seguito alle polemiche bi-partisan causate della sue parole, con un post sui social poi cancellato nel quale ha accusato la stampa di aver snaturato le sue parole nei titoli.

In merito al tema dell’aborto, si è detto favorevole alla presenza delle associazioni pro-vita nei consultori. “L’aborto è una infelice necessità alla quale le donne sono costrette a ricorrere“, ha aggiunto. “Non credo che sia un diritto. Si devono trovare tutte le soluzioni alternative che possano spingere la donna a non abortire“.

Nei giorni in cui si è festeggiata la Liberazione, Vannacci sostiene che “l’antifascismo non abbia alcun senso. A me non piace essere ‘anti’”.  poi aggiunge che il fascismo risale a quasi 100 anni fa, e chiede ironicamente all’intervistatore se sia antinapoleonico. “Non vedo perché sia necessario dotarsi della patente di antifascista per esprimere le proprie opinioni. Rivendico anche la considerazione su Mussolini, che è uno statista“.

Continua a leggere su Fidelity News